Abbiamo pensato ai vantaggi di una lezione "web 2.0"?

Caro direttore,

ancora oggi in Italia non siamo riusciti a collegare in modo sinergico gli sforzi comunicativi di un sistema televisivo pubblico, come la Rai, di un sistema di telefonia mobile, come ad esempio Wind, ad un sistema di formazione pubblico, come la scuola e l’università. Non sono stati concepiti i presupposti per creare i collegamenti necessari ad operare quel cambiamento epocale di cui la scuola necessita. Devono intervenire, con una certa urgenza, degli elementi strutturali in termini di investimenti, oltre ad un adeguato aggiornamento degli insegnanti riguardante non soltanto le tecnologie, intese come strumenti, ma anche le risorse nel sistema formativo collegato al mondo esterno.

L’indagine Ocse-Pisa ha avuto il pregio di fare capire agli insegnanti che non ci si può più limitare nella scuola ad esigere che gli studenti acquisiscano la padronanza di alcuni concetti fondamentali in determinate discipline. Infatti, si può e si deve praticare la lettura, fare matematica e scienze a scuola in tutt’altro modo, secondo criteri attraenti, convincenti, motivanti e efficaci, ma soprattutto legittimando l’uso delle Ict nelle scuole. Alcuni scenari possibili nell’immediato futuro, all’interno delle nostre aule scolastiche si possono basare sull’uso ottimizzato delle lavagne interattive, degli MP3 e delle reti wireless. Oggi per fare lezione ci si può avvalere di una lavagna interattiva, ovvero di uno schermo digitale touchscreen che sostituisce la lavagna tradizionale. Con questo strumento innovativo è possibile controllare qualsiasi applicazione e risorsa multimediale, da Internet ai Dvd o qualsiasi altro applicativo, e tutto ciò che in essa è elaborato, potrà essere salvato, stampato o inviato tramite posta elettronica.

Un’altra innovazione metodologica potrà essere rappresentata dall’uso dei comuni lettori Mp3, che saranno capaci di registrare intere conversazioni in aula. Una volta terminata l’ora di lezione, il file già in formato compresso potrà essere caricato in Internet per essere poi diffuso tramite un sistema di podcast, e attraverso l’uso dei feed RSS informerà quanti ne sono interessati della disponibilità del nuovo evento registrato. Infine l’utilizzo delle reti wireless che permettono di connettersi alla rete in qualsiasi momento attraverso dispositivi mobili, dai notebook ai palmari o anche con il semplice cellulare, permettono agli studenti di accedere in tempo reale alle stesse risorse che stanno consultando e di utilizzare in maniera attiva i materiali di studio impiegati.
Quindi l’integrazione tra sistemi di rete e software specifici rappresenta la reale possibilità di integrare lezioni in presenza con quelle a distanza. Anche il web non è esente dell’evoluzione tecnologica. Agli inizi il web era riservato ad un’élite di aziende e di sviluppatori a causa di una tecnologia complessa, successivamente il web 2.0 fece “esplodere” i contenuti (la cosiddetta “democratizzazione” dei contenuti. Nel tempo i contenuti sono diventati miliardi di miliardi, perché tutti sono in grado di produrne, grazie anche alla facilità di accesso. Al tempo stesso il destino di ogni pagina che viene immessa in rete diventa incerto, perché la ricerca si complica moltissimo non riuscendo a “capire” il contesto cui si riferisce la richiesta.

Nel prossimo futuro il web 3.0 sarà il contenuto legato ad un contesto, il web semantico permetterà di comprendere il contesto del contenuto in relazione alla domanda posta. Il più classico degli esempi è quello di considerare la ricerca del termine “Apple”, oggi un motore di ricerca non capisce se la domanda riguarda l’azienda Apple o la mela, perché non c’è un contesto in cui la domanda è definita. Un motore di ricerca semantico assocerà a questa richiesta molte altre informazioni, come la persona che ha fatto la domanda, il luogo da dove viene fatta e la somma dei rapporti di questa persona con l’oggetto della domanda. Insomma, molte variabili sono raccolte per rispondere in modo più rilevante, determinando un notevole incremento sulla qualità della ricerca didattica effettuata.

Concludendo, il futuro della scuola sarà digitale soltanto se avverrà un deciso cambiamento dei modelli educativi e culturali. Che dipenderanno da due questioni fondamentali: la prima sarà quella organizzativa, strutturale e tecnologica dell’istruzione, la seconda – più culturale e pedagogica – sarà quella centrata sul modo di ripensare la formazione e l’educazione in funzione dello sviluppo tecnologico.


Aldo Domenico Ficara
Pubblicato su Ilsussidiario.net
domenica 22 gennaio 2012