Padre padrone?

E' vero sul tema dell'assunzione del corpo docente si sta alzando un polverone oscuro ed incomprensibile che cozza con le leggi, il buonsenso, la didattica e la correttezza. Temiamo che ciò sia funzionale a chi vuole imporre una dirigenza verticistica ed autoritaria. Ma vediamo schematicamente di riassumere i termini della questione:





  1. La Costituzione italiana (art. 97) prevede che “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. L'assunzione senza pubblico concorso dovrebbe quindi essere un'ipotesi residuale, dettata da esigenze specifiche e comunque prevista da una legge. Ciò dovrebbe assolutamente escludere la chiamata diretta di un prescelto, di un eletto che per grazia divina, per amicizia, per nepotismo, per simpatia venga nominato ed acclamato insegnante.
  2. Ma anche se fosse possibile questa ipotesi, e non lo è, provate ad immaginare cosa potrebbe succedere nelle scuole italiane trasformate nelle corti di famigli e di yesmen.
  3. Da un punto di vista didattico il tentativo di focalizzare e imperniare il progetto scuola su un dirigente padrone, col potere di vita e di morte, che comunque non risponde dei risultati, è esattamente il contrario di quello che aveva previsto il legislatore quando ha disegnato con l'autonomia la figura del dirigente: primus inter pares di un'organizzazione circolare ed orizzontale di responsabilità, coordinatore di professionisti, catalizzatore dell'autonomia didattica, motore del successo scolastico di un'organizzazione complessa e non semplicistica che si nutre di idee e di libertà, di sapere eterogeneo e di etica sociale.
  4. Per raggirare l'articolo 97 della costituzione e, forse, per ingraziarsi i dirigenti leghisti lombardi che con la scuola hanno sempre avuto qualche motivo di scontro (ricordiamo la travagliatissima carriera scolastica del figlio di Bossi il Trota, oggi consigliere alla regione Lombardia), l'on. Aprea, fresca di nomina all'Assessorato all'istruzione della regione Lombardia, esce dal cilindro la possibilità per le scuole di organizzare autonomamente dei concorsi per l'assunzione degli insegnanti. Neanche il povero Ionesco avrebbe potuto immaginare una situazione di tale paradossale assurdità! Ogni scuola, in ogni angolo d'Italia, per ogni cattedra rimasta libera, dovrebbe organizzare dei concorsi a cui potrebbero partecipare migliaia di candidati! Milioni di insegnanti precari si sposterebbero continuamente in tutte le scuola d'Italia per partecipare ai concorsi!! Centinaia di migliaia di insegnanti e dirigenti, componenti delle commissioni, dovrebbero dedicare tutto il loro tempo alla correzione delle prove scritte, dei test e alle verifiche orali. Milioni di esami ogni anno in tutta Italia da Milano a Roccacannuccia!!! Geniale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ovviamente nessuno crede che ciò possa avvenire. Temiamo che sulla pelle dei precari, sulle legittime aspettative dei neolaureati si stia giocando una partita di potere che nulla ha a che vedere con le assunzioni. A quando un serio momento di confronto sulle reali esigenze della scuola?

Camillo Bella
camillo@camillobella.it

Fonte dell'articolo