Profumo di che?

di Maurizio Tiriticco - Mar, 28/02/2012 - 16:38

Quando il cardinale Mastai-Ferretti, in fama di liberale, ascese al soglio pontificio, i romani si aspettavano grandi cose ma… queste stentavano a vedersi, e girava un motteggio: “Mastai che fai? Aspetta e poi vedrai!” Comunque, le speranze non vennero disattese e nel giro di un paio d’anni alcune importanti riforme vennero realizzate. Ma Pio IX non era un Papa a tempo – anzi il suo fu uno dei papati più lunghi – mentre il nostro Profumo, purtroppo, è un ministro a tempo determinato, come sono del resto tanti suoi dipendenti insegnanti! Ma le nostre speranze resistono! Ormai il MacP100 di questo governo è stato celebrato, e sul tappeto ci sono tante riforme che, nel bene e nel male, investono tutti i settori della pubblica amministrazione, ma… che accade nel nostro sistema di istruzione? All’inizio qualche dichiarazione di buona volontà c’è stata, e tante lettere aperte di auguri e sollecitazioni! E poi? Mah!





Al di là di un discutibile Vales e di un ritorno a concorsi con migliaia di insegnanti che premono per entrare nei ruoli, come si diceva un tempo, pare che non ci sia altro! E proprio quando la Fondazione Agnelli ci dice una cosa che già sappiamo da anni, cioè che la nostra istruzione obbligatoria ha un anello debole, la scuola media! E, se una catena ha un anello debole, rischia di spezzarsi, se non si corre ai ripari! Sono anni che parliamo di un curricolo di istruzione obbligatorio verticale, continuo e progressivo – quanti aggettivi! – della durata di dieci anni, ma…
Che ne è dell’armonizzazione delle Indicazioni della Moratti e di quelle di Fioroni? Le prime risalgono al 2004, le seconde al 2007! Ora siamo nel 2012, e allora? Ma sono veramente armonizzabili? Le prime si ispirano a una malintesa personalizzazione, le seconde alla teoria del curricolo. Che sono concetti diversi! Le prime concludono un percorso (com’è noto, l’obbligo di istruzione decennale è stato istituito tre anni dopo) e offrono alle istituzioni scolastiche un’ampia scelta di Obiettivi Specifici di Apprendimento – circa 900 – tra cui queste possono scegliere liberamente per dare a ciascun alunno secondo i propri bisogni. Le seconde escono in contemporanea con l’innalzamento dell’obbligo di istruzione, indicano una serie di Obiettivi di Apprendimento – non più Specifici e non più 900 – orientati verso dei “traguardi per lo sviluppo delle competenze”, competenze che gli alunni sono tenuti a raggiungere a conclusione dell’obbligo decennale e che sono chiaramente descritte nel dm 139/07.
Si tratta, quindi, di due documenti sostanzialmente diversi e a mio parere difficilmente armonizzabili: comunque, se son rose fioriranno! Ma non sarebbe il caso che questa armonizzazione tenesse anche conto del fatto che con l’esame di terza media non si concludono gli studi perché i nostri alunni sono tenuti a proseguire altri due anni di studi obbligatori? E ha un senso un esame di terza media che non è conclusivo di nulla? Sono cinque anni che l’obbligo di istruzione è stato innalzato e che gli studi obbligatori si concludono non più a 14 anni, ma a 16!!! Eppure, nonostante tutto, l’esame di terza media s’ha da fare – come una grida manzoniana – perché lo dice la Costituzione! Ed è vero! “E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi” (art. 33, comma 5).
A nessuno è mai venuto in mente che il grado o il ciclo obbligatorio di studi di base si conclude di fatto oggi a 16 anni di età e non più a 14, com’era ieri? Basterebbe una legge semplice semplice di un solo rigo, “il ciclo di base si conclude a 16 anni”, e quante difficoltà sarebbero superate! Gli insegnanti della scuola media non penserebbero più come ancora continuano a pensare, che dopo di loro… il diluvio! No! Verrebbe a cadere un esame non solo inutile e dispendioso, ma soprattutto strabico e distorcente. A che serve una licenza media oggi, quando il minimo che si richiede a un cittadino è la certificazione di un obbligo decennale? E anche almeno una qualifica conseguita a 17 anni nell’ottica del diritto/dovere di istruzione e formazione di cui alla legge 53/03? Gli insegnanti della scuola media – e i loro colleghi della primaria – dovrebbero più semplicemente adoperarsi perché i traguardi per lo sviluppo delle competenze – quelli di cui alla Indicazioni di Fioroni – da loro sollecitati e attivati venissero raggiunti o – se si vuole – in un certa misura ravvicinati, in funzione di quelle competenze che i loro colleghi del successivo biennio avranno cura di far acquisire e di certificare.
Si tratta di una strada percorribile, che non stravolge nulla, ma che semplifica ed olia un sistema che non regge né ai tempi né a se stesso. In vista di un riordino complessivo che già ho illustrato nei miei interventi precedenti! Insomma, il sistema… Profumerebbe di qualcosa di nuovo!

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