Ragazzi, si copia..... e non solo loro



Si riporta una breve descrizione del libro di Marcello Dei:
Così copian tutti: i maschi come le femmine, i figli della borghesia come quelli degli operai, alle elementari come alle medie e alle superiori, nei licei come negli istituti tecnici e professionali, al Nord come al Sud. In molti casi a farlo sono 9 su 10. Dopo averlo fatto provano indifferenza o sollievo, ma anche soddisfazione e fierezza. Dobbiamo stupircene, in una scuola ormai arresa alla cultura del consumo, all'individualismo rampante, allo sprezzo delle regole? Gli studenti non si sentono impegnati a mettersi alla prova e migliorarsi, ma clienti/consumatori che "godono" di un servizio. Li incoraggia un clima di tolleranza che smentisce il principio di autorità, svuota di senso la cittadinanza, mina il rispetto della legalità. La pedagogia della comprensione è diventata benevolenza a buon mercato o addirittura complicità. Con la benedizione di tutti: dai genitori agli insegnanti, fino al raffinato intellettuale secondo cui copiare e far copiare sono nientemeno che "un dovere... un'espressione di quella lealtà e di quella fraterna solidarietà che costituiscono il fondamento dell'etica". Un fair play all'italiana che all'auspicio "vinca il migliore" risponde come fece un famoso allenatore di calcio: "Speremo de no!".


Ma non solo i ragazzi copiano.
Nell'ultimo concorso per Dirigenti Scolastici,  in  Piemonte ben nove aspiranti Dirigenti scolastici, durante l’espletamento delle due prove scritte, sono stati espulsi dal concorso, perché avevano introdotto in aula materiale che il regolamento proibiva tassativamente. Sono stati colti sul fatto mentre nascondevano “pizzini” all’interno di manuali tecnici. Questi imbarazzanti quanto sconfortanti  episodi, hanno avuto un seguito, oltre l’ eliminazione dal concorso, con i relativi commenti del  direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale Alessandro Militerno «l’espulsione di una decina di candidati è stata una sorpresa. Avrebbero dovuto raggiungere i massimi livelli della dirigenza della scuola, invece si sono comportati come i loro allievi dodicenni», e del  presidente dell’Asapi, l’Associazione delle scuole autonome del Piemonte, Tommaso De Luca «il preside manager non dovrebbe dimenticare quello che è stato ed è il suo primo mestiere, l’educatore. E al mattino dovrebbe sempre potersi guardare allo specchio».

L'aspirante preside ha copiato il compito

Aldo Domenico Ficara