Per la difesa della classe di concorso A051 in tutti gli indirizzi dei Nuovi Licei

Noi docenti della classe di concorso A051 (materie letterarie e latino nei Licei e nell’Istituto magistrale) assistiamo da mesi, impotenti, agli effetti di una riforma della scuola in base alla quale, tra le altre cose, sono stati ridefiniti i piani di studio, sostanzialmente su base oraria. Lamentiamo soprattutto il fatto che finora non si è giunti ad un’adeguata e definitiva riorganizzazione delle classi di concorso, che tenga conto delle esperienze e delle competenze specifiche dei docenti, sia precari sia di ruolo, che devono dare concreta attuazione ai piani di studio, ai profili in uscita previsti dal PECUP e agli obiettivi di apprendimento contenuti nelle “Indicazioni nazionali”.





Ormai, la drastica riduzione oraria e, conseguentemente, contenutistica di molte delle materie letterarie - riduzione che arriva anche all’esclusione del latino da alcuni percorsi liceali - è una realtà alla quale dobbiamo far fronte e dalla quale, crediamo, purtroppo non si tornerà più indietro, benché continuiamo a ritenerne opportuna una revisione. Tuttavia, se non si può agire sul passato, è necessario intervenire sul presente e su quelle situazioni future che attualmente non sono cristallizzate in norma, e quindi ancora passibili di modifiche, come è appunto l'attribuzione degli insegnamenti e la riforma delle classi di concorso. E' avvenuto che, fino a oggi, le materie letterarie, ad esclusione del latino, sono state attribuite, nei Nuovi Licei, sia alla classe di concorso A050 (materie letterarie negli istituti superiori) sia alla A051, secondo innumerevoli e personalissime interpretazioni che coinvolgono, tra gli altri, i Dirigenti Scolastici e gli Uffici Scolastici Provinciali. Il Ministero dell’Istruzione non ha ancora provveduto, nonostante gli impegni proclamati, ad una riforma delle classi di concorso, che ponga le sue basi in un regolamento chiaro, e che scaturisca da una seria riflessione didattico-pedagogica, tenendo conto delle specifiche competenze richieste ai docenti nella scuola “riformata”.
Contestiamo, pertanto, l’assegnazione (attuale e futura) alla classe di concorso A050 (materie letterarie negli Istituti superiori di II grado) dei nuovi percorsi liceali, in particolare di quelli che non prevedono il latino, e segnatamente: l'opzione Scienze Applicate del Liceo Scientifico, il Liceo Musicale-Coreutico, l'opzione Economico-Sociale del liceo delle Scienze Umane. Non può fare eccezione, da questo punto di vista, nemmeno il Liceo Artistico, i cui piani di studio in tutti gli indirizzi sono stati profondamente rimodulati e richiedono pertanto, a nostro parere, conoscenze e competenze che possono essere assicurate soltanto da docenti di italiano e di latino. L’attribuzione della titolarità nei percorsi privi del Latino alla classe di concorso A050 sembra, tra l’altro, sottendere un'idea, a nostro parere del tutto priva di fondamento, secondo la quale chi insegna latino ha questa ed unica specificità, tralasciando in maniera vistosamente miope tutte le altre componenti dell'insegnamento delle materie letterarie nei licei. I docenti della A051 sono laureati sia in Lettere classiche sia in Lettere moderne; hanno conseguito, nell’ambito dei percorsi abilitanti e dell’esperienza lavorativa, specifiche competenze teoriche e linguistiche che vanno ben oltre l'insegnamento del latino, e che sono indispensabili requisiti per l'insegnamento della Lingua Italiana nei nuovi percorsi liceali. Non si può fare a meno della conoscenza della lingua latina nella formazione culturale dei docenti di italiano, per ovvie implicazioni contenutistiche e disciplinari.
Le nostre riflessioni si basano sulla tipicità dei percorsi liceali, così come si evince dal dettato del Regolamento dei Licei, secondo il quale tali percorsi di studio "[...] forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze sia adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, sia coerenti con le capacità e le scelte personali”. (art. 2 comma 2 del D.P.R. 89/2010). Non è poi possibile ignorare che le Indicazioni Nazionali per i Licei, relative alla disciplina “Italiano” (che, si noti, sono identiche per tutti i percorsi liceali) sembrano implicitamente, ma abbastanza chiaramente, prefigurare una particolare tipologia di docente, in possesso di conoscenze e competenze che solo lo studio e l’insegnamento del latino possono garantire. Se lo studente, al termine del percorso liceale, “si serve anche di strumenti forniti da una riflessione metalinguistica basata sul ragionamento circa le funzioni dei diversi livelli (ortografico, interpuntivo, morfosintattico, lessicale-semantico, testuale) nella costruzione ordinata del discorso”, è evidente che tale studente ha potuto contare su una guida esperta, in possesso di conoscenze linguistiche che non possono prescindere dalla padronanza del latino. Se inoltre lo studente, una volta ultimati i suoi studi liceali, possiede “una complessiva coscienza della storicità della lingua italiana, maturata attraverso la lettura fin dal biennio di alcuni testi letterari distanti nel tempo, e approfondita poi da elementi di storia della lingua, delle sue caratteristiche sociolinguistiche e della presenza dei dialetti, nel quadro complessivo dell’Italia odierna, caratterizzato dalle varietà d’uso dell’italiano stesso”, vuol dire che questo studente ha avuto al suo fianco docenti capaci di inserire la storia della lingua italiana nel più vasto quadro del formarsi delle lingue e delle culture europee occidentali dall’evolversi della lingua e della cultura del mondo latino. Un analogo ragionamento è possibile impostare sulla base delle competenze che le Indicazioni Nazionali prevedono per l’allievo dei licei nell’ambito dello studio della letteratura: “Lo studente acquisisce un metodo specifico di lavoro, impadronendosi via via degli strumenti indispensabili per l’interpretazione dei testi: l'analisi linguistica, stilistica, retorica; l’intertestualità e la relazione fra temi e generi letterari; l’incidenza della stratificazione di letture diverse nel tempo.” Perché mai dunque questi nuovi percorsi, che portano il nome altamente significativo di “LICEI”, debbano essere assegnati a una classe di concorso, quale la A050, che non prevede come requisito fondamentale la conoscenza del latino, e già a suo tempo pensata (in virtù del D.M. 39/98) per l’insegnamento negli Istituti Tecnici e Professionali, dove le finalità e gli scopi dell'insegnamento delle materie letterarie sono profondamente diversi rispetto ai Licei?
La nostra non vuole assolutamente essere una crociata contro i colleghi della classe di concorso A050: molti di noi, del resto, posseggono anche il titolo di abilitazione in questa classe di concorso. Si tratta di riconoscere che la A051 è stata strutturata e articolata in vista dell’insegnamento liceale del latino, e anche della letteratura italiana in tutti i quinquenni (solo nell’attuale secondo biennio e nel quinto anno per ciò che concerne il liceo classico) e della nuova materia geostoria nei primi bienni. Si è voluto procedere nel senso di una “licealizzazione della scuola”: bene, che la formazione dunque sia liceale; anche senza il latino, l’approccio necessario all’insegnamento della lingua italiana e della sua letteratura è pur sempre quello della A051, che prevede una consapevolezza storico-linguistica e una simbiosi tra italiano e latino che è, ribadiamo, indispensabile per un buon insegnamento della lingua italiana. Noi docenti di ruolo e precari della A051 chiediamo pertanto:
1) che siano attribuite in maniera esclusiva alla classe di concorso A051 le materie letterarie nei seguenti percorsi liceali: secondo biennio e quinto anno del liceo classico; primo biennio, secondo biennio e quinto anno del liceo scientifico (indirizzo generale e opzione scienze appplicate), del liceo linguistico, del liceo musicale (indirizzi musicale e coreutico), del liceo delle scienze umane (indirizzo generale e opzione economico-sociale), del liceo artistico (tutti gli indirizzi);
2) che tale attribuzione permanga anche nella riformulazione delle nuove classi di concorso;
3) che sia legittimamente prevista nel Regolamento delle nuove classi di concorso la possibilità di tutelare gli attuali docenti titolari, mediante il meccanismo delle cattedre atipiche ad esaurimento (assegnabili, cioè, tanto all'una quanto all'altra classe di concorso fino a trasferimento o pensionamento del docente titolare);
4) che le attuali atipicità nelle cattedre dei licei siano rigorosamente a termine, finalizzate, appunto, a tutelare le attuali titolarità;
5) che siano definiti criteri chiari nella ripartizione delle cattedre e nell'individuazione dei perdenti posto, specie in quegli istituti che hanno attivato sezioni di liceo e dove sussistono le vecchie sperimentazioni, con la presenza di colleghi di più classi di concorso;
6) che siano definiti criteri chiari e puntuali per l'attribuzione degli incarichi a tempo determinato per quelle cattedre che verosimilmente rimarranno atipiche, anche se ad esaurimento, in parecchi licei;
7) che non siano penalizzate altre classi concorso come la A037 o la A052 tramite l’indebita attribuzione alla A051 di ore di storia nel triennio dei licei e di latino e italiano nel ginnasio.

Alessandro Crocco

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