Caro Ministro Profumo Le scrivo: "Si dia una mossa, a Reggio così non va

Caro Ministro,
il 27 aprile Lei è a Reggio Calabria, e avrei piacere di farLe conoscere qualche dato, solo per distrarmi da quello che abbiamo e da quello che ci aspetta, e poiché al palazzo della Regione il 27 aprile non è previsto alcun intervento dell’Università di Reggio Calabria, considerando che Lei è così lontano –a Roma- ho bisogno di scrivere forte.


Qualcosa ancora qui non va:
considerando il fondo di funzionamento ordinario (con cui il Ministero dell’Università finanzia ogni Ateneo) rapportato agli studenti iscritti, si può calcolare il Fondo per studente iscritto;
guardando all’ordinamento di tutte le università italiane troviamo:
al primo posto Siena con 6862 euro per studente nel 2011,
al secondo posto politecnico Milano con 5792 euro,
al dodicesimo posto politecnico Torino con 4628 euro,
negli ultimi sette posti Reggio Calabria con 2916 e Cosenza con 2891 euro.
 Se Lei considera che la Regione Calabria non ha soldi, tanto che quest’anno non potrà finanziare le borse di dottorato, il quadro è completo.
 Anzi no. Bisogna aggiungere che la qualità della ricerca dell’Università di Reggio Calabria, è ben definita dal Ministero che colloca il nostro Ateneo al primo posto tra tutte le Università italiane nella speciale graduatoria stilata sulla base dei fondi del Ministero per Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale, aggiudicati al singolo Ateneo, rispetto al totale di docenti e ricercatori confermati.
E bisogna considerare che –dai dati di Alma Laurea- la velocità di assunzione ad un anno dalla laurea per i ragazzi laureati ad Ingegneria di Reggio Calabria è in un ristretto intorno del valore medio nazionale.
Allora che succede? Con metà dei soldi, e senza apporti della Regione, come giustifica questi dati? Stiamo gestendo meglio? È più bravo il personale? Sono più bravi i ragazzi di Reggio, i docenti?
Signor Ministro, può tagliare a metà quei finanziamenti, o raddoppiare i nostri. Faccia Lei. Noi cerchiamo e pensiamo sia giusto un po' d'equilibrio.

*Docente Università di Reggio