Così il governo cerca di evitare la stangata Iva

Il ministro Piero Giarda ha lavorato al suo rapporto sulla spending review fino a tarda notte. Lo ha battezzato "Elementi per una revisione della spesa pubblica": lo porterà domani al consiglio dei ministri e, subito dopo lo illustrerà alla stampa. "Nel rapporto nessuna cifra complessiva, ma solo un metodo", dice Giarda in una rapida telefonata. Le cifre dovrà metterle la collegialità del governo operando scelte e opzioni sulla base degli "Elementi". Le indicazioni su come utilizzare le risorse si profilano a due stadi: in prima battuta il consolidamento del pareggio di bilancio nel 2013 e, solo se ci saranno maggiori risorse, la retromarcia sull'aumento dell'Iva previsto per fine anno.





VIMINALE NEL MIRINO - Oggetto dell'opera di setaccio di Giarda i bastioni della spesa più difficili e delicati da attaccare. In prima fila il ministero degli Interni: il tema della riduzione delle Prefetture è sul campo. Oggi sono una per provincia, in totale gli "Uffici territoriali del governo" sono 103. L'obiettivo è quello di lasciarne uno ogni 350 mila abitanti. Nel mirino anche i Vigili del Fuoco, gli acquisti di beni e la questione degli affitti: il Viminale spende circa 30 milioni l'anno per le locazioni e si studia l'utilizzo di immobili demaniali.

IL NODO ESERCITO - Legata a doppio filo c'è la questione della Difesa che condivide con gli Interni le forze che gestiscono l'ordine pubblico: da una parte i Carabinieri e dall'altra la
Polizia. Le sovrapposizioni ci sono, ad esempio con i 5 mila presidi dell'arma presenti sul territorio. Ma il tema, sebbene prospettato, è assai delicato. Come pure la sistemazione dei 30 mila marescialli dell'Esercito ritenuti in esubero in combinata con il piano di riduzione degli effettivi da 180 mila a 150 mila entro il 2024 stilato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola.

MENO TRIBUNALI
 - L'occhio del ministro per i Rapporti con il Parlamento incaricato della spending review si è rivolto anche all'amministrazione penitenziaria: aumenteranno i posti de-tentivi, ma si tenterà una razionalizzazione della sorveglianza. Tagli anche ai giudici di pace e ai piccoli tribunali (con un recupero di 5.900 amministrativi e 950 toghe).

SCUOLA, SI RISPARMIA - Analizzato anche il comparto della scuola: il grosso della spesa (circa il 90 per cento) è destinato agli stipendi. Restano tuttavia margini per aggredire una massa di un miliardo destinata a beni e servizi: con un intervento della Consip (la società di Stato per gli acquisti) si potrebbe risparmiare il 15 per cento. Aperto, fino all'ultimo momento, anche il tema del ministero dei Trasporti dove si prevederebbe un intervento sulla motorizzazione.
Quanto si potrà risparmiare? Giarda non fa cifre. Ma il ragionamento del Rapporto corre sul filo di necessità non prorogabili, nello stile del governo Monti. Il primo obiettivo che il "Rapporto" si pone con la spending review è quello di blindare il pareggio di bilancio del 2013. Il Def (Documento di economia e finanza) ha fissato il rapporto deficit-Pil allo 0,5 per cento, prossimo al pareggio, ma siamo sulla soglia di rischio soprattutto perché molte delle misure delle tre manovre del 2011 che valgono 48,9 miliardi per quest'anno devono ancora essere applicate. 

I TAGLI LINEARI - In ballo e in forse ci sono parte dei 13 miliardi di tagli lineari messi in atto dalle manovre di Tremonti per il biennio 2012-2013 che potrebbero produrre effetti di rimbalzo e lasciare i conti scoperti. Dunque sono necessarie risorse per superare l'asticella del prossimo anno senza inciampare nel giudizio dei mercati.
Il secondo stadio, anche se non esplicitato nel "Rapporto", è la diminuzione delle tasse. La pressione fiscale si avvia a superare il 45 per cento, come dicono Bankitalia e Corte dei Conti, mentre le tasse locali suscitano disagio. L'obiettivo implicito, se si troveranno risorse attraverso un intervento più incisivo sulla spesa, è quello di recuperare 4 miliardi per disinnescare il temuto aumento dell'Iva al 23 per cento previsto da ottobre, in coincidenza con quei vaghi barlumi di ripresa che potrebbero manifestarsi verso il Natale. 
 
di Roberto Petrini