SCUOLA: ECCO COME SI SPRECA UN MILIARDO DI EURO

di ALESSANDRO SCOLARI - 13 maggio 2012

L’articolo che leggerete a seguire è una nostra rielaborazione di quanto si può leggere all’indirizzo Internet qui riportato:http://www.aetnanet.org/catania-scuola-notizie-2477582.html. Si tratta di una lettera scritta dal preside Alfonso Tripodi, non è riportato in quale scuola lo sia, ma fa parte della rete ASASI, una rete di scuole della regione della Sicilia.

In tempi di crisi e tagli, la lettera è un vero e proprio “manuale di istruzioni” per i Ministri Giarda e Profumo, e per il prof essor Mario Monti, un vademecum perché la tanto declamataspending review si faccia dove serve. In altre parole sono spese del Ministero della Pubblica Istruzione (Miur) sostenute ogni anno a carico dei contribuenti di tutta l’Italia. Vediamole insieme.
Il Miur paga ogni anno 9000 Rappresentanti della sicurezza che godono di 40 ore di permesso annuali, cioè360.000 ore annue che divise per 18 danno 606 cattedre, non utilizzate per insegnare. Per la fruizione di giorni di ferie in periodo di lezione, media di 4 giorni per insegnante (ci sono 727.220 insegnanti in tutta Italia), il Miur paga all’anno l’equivalente di 14.836 cattedre all’anno. Il Preside Tripodi asserisce che con il cambio di giorno libero il fenomeno verrebbe annullato.
Le assenze per le assemblee sindacali in orario di lavoro, 9 ore annue per insegnante, valgono l’equivalente di 9.273 cattedre annue pagate, ma non per insegnare. Se le assemblee fossero fuori dall’orario di lavoro, il fenomeno non esisterebbe. I permessi per esoneri garantiti dalla legge 104 (disabilità dei familiari, 3 giorni al mese), sono come 6.750 cattedre pagate per non insegnare. Gli esoneri per diritto allo studio valgono 3.055cattedre, pagate sempre per non insegnare. Gli esoneri delle RSU(Rappresentanze sindacali di base) sono 25 ore annue per 1,2 rappresentanti per scuola: il Miur  paga l’equivalente di 1.364 cattedre per non insegnare.
Ancora. Il Miur paga 650 esoneri per dottorato di ricerca, 430 esonerati per mandato elettorale, 968sindacalisti. La lista non si ferma, continua con i comandati, pagati come insegnanti, ma per fare qualcos’altro: sono 500 per supporto all’autonomia, 220 presso l’Irre, altri 200 dislocati presso varie associazioni, tutto per non compromettere i rapporti con i soliti compiacenti sindacati.
Sommati tutti insieme i numeri sopra esposti ci fanno arrivare alla fatidica cifra di 38.852 insegnanti pagati per non insegnare (ma pagati coi soldi dei contribuenti italiani) per un totale di 1.010.152.000 euro all’anno.
Speriamo che i tecnici al Governo, in prospettiva della spending review dei costi ministeriali, prendano appunti per sapere dove tagliare.


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Questa volta i tagli per le scuole dovrebbero essere selettivi e mirati agli sprechi; una segnalazione della Rete ASASI coraggiosa e innovativa

Caro Profumo,
lei paga 9.000 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, che godono di 40 ore di permesso annuale ciascuno, quindi abbiamo 360.000 ore di permesso che divise per 18 ore settimanali e per 33 settimane equivalgono a 606 docenti esonerati.
Per i docenti in ferie nei giorni di lezione (6 giorni/anno per contratto, ma consideriamo una fruizione media di 4 giorni) lei paga l’equivalente di14.836 cattedre. Sarebbe sufficiente attribuire il cambio del giorno libero per eliminare il fenomeno.
Lei paga per assenze per assemblee sindacali in orario di lezione (9 ore in media per 611.995 personale docente di ruolo in servizio, 97.301 supplenti temporanei e 17.924 supplenti annuali) l’equivalente di 9.273 cattedre. Abbia il coraggio di dire che le assemblee si tengono al di fuori dell’orario di lezione, magari diminuendo di 10 ore il monte ore annuo di riunioni.
Lei paga per esoneri legge 104 (3 giorni al mese), l’equivalente di 6.750 cattedre.
Questi permessi non sono compatibili con la continuità didattica.
Con gli esoneri per diritto allo studio (seconda laurea) lei paga l’equivalente di 3.055cattedre. Con gli esoneri RSU (25 ore annue in media per 1,2 sindacalista per scuola) lei spende l’equivalente di  1.364 cattedre.
Lei finanzia coi soldi di tutti i contribuenti  968 sindacalisti esonerati, 650 esoneri per dottorato di ricerca e 430 esoneri per mandato elettorale.
Lei paga 500 comandati per supporto all'autonomia, 220 comandati presso l’IRRE (ANSAS) e 200 comandati presso le associazioni, e lo fa per tenersi buoni i sindacati, a spese di quelli che lavorano sul campo, anche se i sindacati le sparano lo stesso alzo zero con spingarde caricate a sale, facendo ostruzionismo su tutto.
Quello che vogliamo spiegare, e che qualunque persona di media intelligenza capisce, è che non si può voler risparmiare sulle supplenze e al tempo stesso garantire i permessi per la legge 104. O ci date i soldi per sostituire tutti questi esonerati, o non li esonerate, perché le scuole, per i miracoli ancora non sono attrezzate.
Caro Ministro,
in questa fase critica del bilancio dello Stato, è su questi 38.852 comandi, esoneri ed utilizzazioni (spesa annua 1.010.1520.000 euro) che deve operare i risparmi, non invece alzando ancora il rapporto studenti per classe, negando ai 10.000 precari un contratto a tempo indeterminato, eliminando presidi e dsga con questo folle ridimensionamento, rubando i soldi dai conti correnti delle scuole, continuando a ridurre il tempo scuola e a chiudere la compresenza e i laboratori.
Le scuole statali sono attualmente in crisi di governabilità e, in particolare al Sud, non rappresentano più lo strumento di emancipazione e di mobilità sociale che storicamente hanno costituito. Non sono più, in parte, neppure una risorsa per il Paese.
Su La Repubblica del 3 maggio, il giornalista Salvo Intravaia, chiede al segretario della CISL Francesco Scrima come evitare gli sprechi.
Scrima risponde che “bisogna assicurare al Paese un servizio pubblico di qualità”.
Ma è Scrima stesso lo spreco: proprio lui che, assegnato alle scuole elementari di Palermo, non vi ha mai lavorato e ha costretto il MIUR a pagare un supplente precario al suo posto.
Utilizzi invece i soldi delle deleghe sindacali per il proprio stipendio e liberi il MIUR di questo peso, contribuendo all’eliminazione del precariato (i perenni supplenti) consentendo di ridurre le spese correnti a favore degli investimenti.
Roberto Tripodi