Cari lettori di Orizzonte Scuola, lasciate perdere l’ideologia

di Giorgio Israel - 21 agosto 2012
 
 
Quando ho un po’ di tempo vado a guardare cosa si dice su altri blog e ho constatato che molti lettori di Orizzonte Scuola hanno commentato il mio precedente post. Non è quindi per “tigna”, ma per il rispetto che si deve ai lettori di un sito rispettabile come Orizzonte scuola che mi permetto qualche commento.
Leggo che vi si scrive: «Chi, Israel, uno dei professori che scrisse la bozza dei TFA?», «Israel, il consulente della Gelmini?», «Non riesco a capire certe posizioni di Israel. Ma il TFA in pratica non l’ha inventato lui?», «Vuol prendere le distanze, magari si vergogna», secondo alcuni avrei denunciato la revisione ma, «per lui niente da dire sui livelli di demenza dei test iniziali», però «se la prende con i test che reputa demenziali e nozionistici non con la revisione; ed è «mai possibile che neanche lui sappia i nomi dei responsabili dei quiz».
C’è una certa contraddizione in questi commenti, e un comun denominatore: un tono ostile.
 
 
Vi prego, cari lettori di Orizzonte Scuola, non siate ideologici.
Conosco la mia (pretesa) colpa: essere stato il “consulente” della Gelmini… Dico (e ripeto) che io non sono mai stato il “consulente” di nessuno. I consulenti sono retribuiti e io non ho mai preso un centesimo dal ministero. Se mai li ho persi. Offro la mia competenza se riesco a fare quello in cui credo. Altrimenti me ne vado, come è stato con la Gelmini: qualcuno provi a chiederle cosa pensa di me… Ho fatto parte di una commissione del ministero Fioroni, quindi non c’è né ideologia, né schieramento politico.
Vergognarmi? E di che? La bozza scritta dalla commissione per il TFA e le lauree magistrali (di cui nessuno parla più) e che ho presieduto, e la prima versione del regolamento sono così diverse dal pateracchio che è venuto fuori dopo un triennio di stravolgimenti, che non soltanto non ho nulla da vergognarmi, ma rivendico in toto il lavoro fatto e ho le mani libere per condannare lo scempio compiuto.
La storia di questo scempio l’ho fatta in un’intervista al Sussidiario. Chi avesse la pazienza di leggerla può trovarla anche in questo blog e capirà che tutto mi si può rimproverare salvo di avere una posizione contraddittoria e incomprensibile. La distanza l’ho presa da tempo immemorabile.
Conduco una battaglia contro i quiz pure da tempo immemorabile: anche su questo si trovano i documenti qui. Non ho criticato i primi quiz e solo la revisione, o viceversa? Suvvia. Considero tutta l’operazione una vergogna e sono stato uno dei primi a dirlo, e molto più forte di altri.
È del tutto legittimo dissentire da quanto penso e dico, e certamente di trovarmi antipatico e detestabile. Ma, per favore, per ragioni vere, e non per antipatia ideologica preconcetta. È tanto impensabile che esistano persone che pensano e agiscono con la propria testa e in modo indipendente? E non è possibile vivere senza dividerci in guelfi e ghibellini?
Un’ultima osservazione: sì, “neppure io” so i nomi di coloro che hanno redatto quei quiz demenziali, e neppure dei 48 che hanno accettato di fare l’impossibile revisione di una porcheria. Perché il Ministero li tiene accuratamente nascosti e si guarda bene dal chiamarli a rendere conto del loro operato e ancora non sono riuscito a trovare qualcuno che li conosca. Evidentemente ho buone frequentazioni…
E prossimamente occupiamoci delle mediane per le abilitazioni universitarie, ennesimo scempio del sistema dell'istruzione italiano.