“Giù le mani dagli organi collegiali”

di Cristina Lacava


Settembre: aprono le scuole, partono le manifestazioni. La prima è quella di martedì 11 alle 15, in piazza Montecitorio, dove si svolgerà un sit in contro il disegno di legge 953  sull’autonomia delle scuole organizzato dal Coordinamento delle scuole secondarie di Roma (che raccoglie studenti, genitori, insegnanti). Ne ho parlato con l’esponente Anna Angelucci, per cercare di capire come mai già si scende in piazza.  ”Protestiamo contro un disegno di legge che stravolge gli organi collegiali, permette ai privati di  mettere mano ai progetti formativi delle singole scuole, e mette a rischio la libertà d’insegnamento”. Si tratta di un disegno di legge in discussione alla Commissione Cultura, firmato da Pdl-Pd-Udc, “figlio” della precedente proposta di legge di Valentina Aprea, ex responsabile della stessa Commissione, oggi assessore all’Istruzione della regione Lombardia.



“I punti chiave sono due: il primo è l’autonomia statutaria delle scuole”, spiega Angelucci. “Ogni istituto si farà il suo statuto, deciderà quando e come eleggere i propri rappresentanti. Ognuno farà da sé, insomma. Con il rischio di una eccessiva diversificazione: i genitori ci saranno, e che ruolo avranno? E gli studenti? Potrebbero finire per scomparire del tutto dagli organi collegiali o restarci, ma senza funzioni.  Secondo punto: la presenza dei privati. Negli ex Consigli d’Istituto potranno entrare sia gli enti locali, sia privati finanziatori. E chi darebbe mai soldi a una scuola senza una contropartita? Si finirebbe per fare pubblicità a una banca, un supermercato, un’associazione sportiva. Ma questo è il meno. Il rischio è che i privati mettano bocca anche sui contenuti”. Di questo disegno di legge si parla poco. Non c’è discussione. Come mai? “Sulla scuola gravano altre urgenze: i tagli, il concorsone, i Tfa. Ma l’altra stranezza è che questo disegno di legge non passa dall’Aula, resta in Commissione. Un’anomalia, perché questo percorso è previsto solo per leggi di non particolare importanza. Invece, secondo noi, questo qua di importanza ne ha tanta. E per questo scendiamo in piazza”.

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