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Provaci ancora prof

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I precari nelle graduatorie contestano il concorso voluto dal ministro Profumo: «Noi l’abbiamo già superato nel 1999. Prima bisogna stabilizzare quelli che lavorano nella scuola da anni, assunti a settembre e licenziati a luglio»

 

Va bene che gli esami non finiscono mai, ma gli insegnanti precari questa volta non ci stanno. La decisione del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo di reclutare metà dei docenti previsti per l’anno scolastico il 2013/14 con un concorso non va proprio giù a chi da anni va avanti con incarichi che iniziano a settembre e finiscono a giugno. Perché loro gli esami li hanno già fatti e rifatti. Dall’ultimo mega concorso del 1999 ai test a numero chiuso per accedere alle Scuole di specializzazioni (Ssis). «Questa proposta penalizza fortemente noi docenti pluriabilitati», protesta Maria Manto, 40 anni, da 8 docente di sostegno di Economia aziendale a Roma, dopo aver fatto l’ultimo concorsone, più due anni di Ssis e uno di tirocinio. «Abbiamo fatto funzionare la scuola per anni e adesso ci dicono che dobbiamo ritornare sui banchi con i nostri alunni: è umiliante e offensivo. Andremo davanti a Montecitorio a dire il nostro no», rincara con la voce che le si incrina per l’indignazione. Certo, nessuno nega che l’età media degli insegnanti italiani sia molto alta: alle superiori, secondo i dati Ocse, solo lo 0,5 per cento è sotto i 30 anni contro il 9,3 della media Ue, un misero 8,5 per cento ha tra i 30 e i 39 contro il 24,7 europeo, e ben il 48 per cento è tra i 50 e i 59 anni, contro il 29,4 della media Ue. «Non siamo noi che sbarriamo la strada ai giovani – assicura Maria Manto – ma il mancato rispetto del turn over e l’allungamento dell’età pensionabile. Ci hanno fatto invecchiare in graduatoria e ora ci dicono che la nostra esperienza decennale non è un patrimonio da spendere». Gli insegnanti nelle graduatorie a esaurimento sono circa 180mila. Tutti precari: assunti a settembre e licenziati a luglio. Ogni anno senza la certezza di essere richiamati. «Un concorso prima delle elezioni ci pare una truffa, soprattutto in un Paese corrotto come l’Italia», aggiunge Manto. «Il test a risposte chiuse per la preselezione sarà un terno al lotto, con il rischio di errori come si è già visto nel caso dei Tfa». Non sa ancora se parteciperà al concorso perché non le piace «l’idea di rifare qualcosa che ho già fatto. Quest’anno saranno sottratte molte energie agli insegnanti».

http://www.left.it/2012/08/31/provaci-ancora-prof/5972/