Concorso scuola e aumento ore degli insegnati: qualcosa non torna

Troppe le contraddizioni che stanno avendo luogo all'interno della scuola pubblica, con i bruschi cambiamenti voluti dal ministro Profumo.

Il concorso per la scuola indetto dal Ministro Francesco Profumo sta alimentando una serie di polemiche tra precari e docenti, anche in virtù del fatto che si potevano evitare i costi altissimi dell’esame per assegnare le cattedre vacanti.



Se poi ci sono cattedre vacanti perchè non si sono utilizzati le graduatorie ad esaurimento in  cui i precari sono inseriti ormai da oltre 13 anni, ovvero dal 1999 anno in cui si è tenuto l’ultimo concorso della scuola?
Qual è l’utilità di indire un concorso per assegnare più di 11 mila cattedre quando lo stesso  ministero parla della possibilità di aumentare l’orario di lavoro degli insegnanti da 18 ore settimanali a 24 ore settimanali a parità di stipendio, portando inevitabilmente a licenziamenti?
Ovviamente l’orario dovrà essere rivisto con i sindacati, ma già si è a conoscenza che  una cattedra completa passerà da 18 a 21 ore sicuramente, riducendo effettivamente nuovi posti di lavoro e facendo in modo che il prossimo anno scolastico molti docenti non potranno lavorare.
C’è qualcosa che non torna in tutto questo.
Troppe cose poco chiare sono accadute nel 2012 all’interno del mondo della scuola pubblica, troppe contraddizioni che sempre più spesso stanno portando molti docenti di ruolo e precari, ma anche molti studenti a riunirsi in piazza a manifestare per vedere riconosciuti i propri diritti al lavoro e allo studio, in una scuola pubblica che torni ad essere in qualche modo uno strumento che tuteli sia chi ci lavora sia chi ci rivere una formazione.

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