TV ABC QUERELA “REPORT”

COMUNICATO STAMPA


A seguito della trasmissione "Report" andata in onda su Rai Tre lo scorso 18 novembre - nel corso della quale è stato prodotto un lungo servizio dedicato alle vicende della BPM nel quale l'emittente televisiva ABC (canale 33 del digitale terrestre) e il suo editore sono stati oggetto di un attacco diffamatorio senza precedenti - Ilaria Sbressa ha presentato questa mattina al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma due circostanziate e documentate querele con richiesta di risarcimento dei danni subiti e subendi - stimati in 35 milioni di euro - nei confronti di Milena Gabanelli, Sigfrido Ranucci e Giorgio Mottola nonché dei più alti vertici aziendali della Rai.


 


Nella prima querela Ilaria Sbressa agisce contro le affermazioni erronee, tendenziose e gravemente lesive della reputazione sua e di ABC (canale 33 del digitale terrestre) contenute nel servizio di "Report" , rispondendo punto per punto con ampie prove documentali. La richiesta di risarcimento dei danni è quantificata in 25 milioni di euro.
Nella seconda querela Ilaria Sbressa e suo marito Andrea Ambrogetti denunciano il furto nella loro abitazione (da parte di ignoti) e la successiva ricettazione (da parte della redazione di "Report", che ne ha trasmesso in prima serata alcuni spezzoni previa l'effettuazione di tagli, manipolazioni e adattamenti) di una copia del DVD privato girato in occasione della loro festa di matrimonio, celebrato il 21 giugno 2008. «Ci siamo infatti resi conto del furto solo nel corso della visione del programma» si legge nella querela.
«Trattasi di un fatto gravissimo, penalmente rilevante che ha addirittura avuto una conseguenza ancora più incredibile e dannosa quale la ricettazione del medesimo video e la sua divulgazione nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda in prima serata con un rilievo di carattere nazionale e con anticipazioni addirittura sui quotidiani "Il Fatto Quotidiano" e il "Corriere della Sera" (anche nella sua versione on line www.corriere.it). Gli ignoti autori del furto e i noti utilizzatori della refurtiva si sono resi inoltre responsabili del gravissimo reato costituito dall'interferenza illecita nella privacy e nella vita privata dei sottoscritti».
Nell'atto si precisa tra l'altro come entrambi i querelanti non siano certo «persone note tali comunque da fare superare il limite dell'utilizzo delle loro immagini private (ove un tale utilizzo sia permesso anche per i volti e i personaggi pubblici)» e che «anche il più spregiudicato giornalismo converrà che il lancio di un bouquet nuziale non toglie e non aggiunge nulla alla cosiddetta informazione». Per tutti questi motivi viene richiesto un risarcimento dei danni, quantificato in 10 milioni di euro.
 
Redazione ABC
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