Occorre più coraggio per essere valutati ?

In un articolo sulla Letterina  n. 342 - giovedì 29 novembre 2012 ( http://www.asasicilia.org/ ) , si evidenzia una dura presa di posizione di alcuni Dirigenti scolastici riguardante  le recenti occupazioni delle scuole da parte degli studenti. Nel pezzo si fa cenno all’art. 633 del C.p. ma nulla si dice sulle sentenze della Corte di Cassazione relative allo stesso argomento ( occupazione scuole ). Inoltre i presidi prendono le distanze da quanto affermato dal Ministro Profumo sulla loro possibile valutazione a breve.



RIUNIONE AUTOCONVOCATA DEI DIRI-GENTI SCOLASTICI



I presidi sottoscritti, si associano all’iniziativa dei dirigenti autoconvocati il 26 novembre presso l’Istituto Alessandro Volta ed esprimono la propria preoccu-pazione per le forme di lotta messe in atto dagli studenti di molte scuole della provincia, che contrastano con la continuità dell’attività didattica e con le stesse leggi della Repubblica.
In particolare si mettono in evidenza i seguenti punti: le occupazioni delle scuole violano il codice penale nei seguenti articoli:


 



art. 340 c.p. Interruzione di pubblico servizio: “Chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge, cagiona un’interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità è punito con la reclusione fino a un anno.
I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni”.
Art. 633 c.p. Occupazione abusiva di edificio pubblico: “Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032.
Le pene si applicano congiuntamente, e si procede d’ufficio, se il fatto è commesso da più di cinque persone, di cui una almeno palesemente armata, ovvero da più di dieci persone, anche senza armi. ”
Art. 639bis Perseguibilità: “Nei casi previsti dagli articoli 631, 632, 633 e 636 si procede d’ufficio se si tratta di acque, terreni, fondi o edifici pubblici o destinati ad uso pubblico”.
Le occupazioni violano il diritto allo studio di coloro che vogliono frequentare e studiare, impediscono la presenza alle lezioni, mettono a rischio la valutazione degli allievi che, nel caso in cui si superasse il limite di legge delle assenze, non potrebbero accedere agli scrutini. I presidi sottoscritti ribadiscono che le assenze dovute ad occupazioni dei locali da parte degli studenti non possono essere considerate presenze a nessun titolo.
I giorni di occupazione non possono essere considerati utili ai fini dei 200 giorni di lezioni effettive che rendono valido l’anno scolastico, e invitano gli OO.CC. al recupero di tali giorni di lezione adattando il calendario scolastico e chiedono alla Direzione Generale dell’USRS di effettuare le dovute verifiche.
I sottoscritti rilevano che queste forme di lotta, interrompendo la continuità didattica, pregiudicano la qualità dei livelli di apprendimento e creano apprensione nei genitori concorrendo alla dispersione scolastica, all’insuccesso formativo e al passaggio dalla scuola statale alla scuola paritaria.
I dirigenti scolastici vivono per primi il disagio di una scuola pubblica che non è al centro dell’attenzione del Paese e sono costretti giornalmente a tentare di erogare un servizio in condizioni di precaria legalità.
I presidi non possono essere considerati responsabili della mancata vigilanza sugli studenti e sui minori in particolare, anche in presenza di dichiarazioni di sostegno alle occupazioni da parte di figure istituzionali in assenza di intervento delle autorità scolastiche e politiche.
È grave la dissipazione di risorse pubbliche che vede interrotte le attività didattiche e danneggiati i supplenti che non possono essere nominati in una situazione di mancata effettuazione dell’attività didattica.
Perplessità suscita la recente dichiarazione del Ministro al Convegno della Fondazione Treelle, nel quale ha dichiarato che a breve si procederà alla valutazione dei soli dirigenti scolastici. Nessun dirigente vuole sottrarsi alla valutazione, ma ipotizzare che un dirigente, che non ha poteri disciplinari nei confronti degli studenti, non ha poteri di valutazione nei confronti del personale, non è coinvolto nei processi di reclutamento del personale, non può contare sulla certezza di risorse economiche, ben poco può fare per raggiungere gli obiettivi assegnati. Occorre invece procedere a forme di valutazione di tutto il personale, a una definizione meno autoreferenziale degli OO. CC. e all’attribuzione di risorse economiche certe a inizio d’anno scolastico: solo in tal modo si potrà invertire la tendenza alla dequalificazione della scuola statale.

Palermo 27 novembre 2012


Firmato: I Presidi: Roberto Tripodi, Maria Orsolina Mendola, Angelo Di Vita, Gaetano Bonaccorso, Annamaria Catalano, Luigi Affronti, Adriana Bongiorno, Salvo Indelicato, Giuseppe Alfano, Lucia Lo Cicero, Margherita Santangelo, Rita Imperato. Aderisce la DIRPRESIDI.