Concorso DS Lombardia: cui prodest?

di Luigi Gaudio
 
 
Tutto quello che sta avvenendo, o meglio, che non sta avvenendo per il Concorso per Dirigenti Scolastici in Lombardia, a chi giova? A chi ha fatto ricorso? A chi ha superato tutte le prove concorsuali?
Fare una serie di domande, senza indicare una risposta, forse può servire certe celluline grigie a liberarsi da un limitato circolo vizioso cui le hanno costrette i legittimi proprietari da un po’ di mesi.
Ad esempio potremmo chiederci, quando il bene comune è minato, qual è il ruolo della politica, intesa nel senso originario del termine, cioè cosa deve fare chi ha in mano le redini della polis? Quando c’è una falla in una nave, di chi è la colpa: di chi l’ha fatta notare, di chi ha costruito la nave, o di chi la governa?
 
 
 
 
 
 
A prescindere dall’esito dell’udienza del 22 marzo presso il Consiglio di Stato (ammesso e non concesso che tale udienza sia risolutiva, come ci ha abituato a dubitare quanto avvenuto finora) a cosa è servito indirizzare l’odio di tutti contro chi ha esercitato un proprio diritto sancito dalla legge? Cito a questo proposito l’articolo 21 del Bando di concorso, Decreto del Direttore Generale del 13 luglio 2011: “Avverso i provvedimenti relativi alla presente procedura concorsuale è ammesso, per i soli vizi di legittimità, […] ricorso giurisdizionale al T.A.R., entro 60 giorni, dalla data di pubblicazione all’albo o di notifica all’interessato.”
È stato utile giustificare la propria inazione confidando genericamente in una sentenza favorevole o scatenando una guerra tra poveri?
Meditate, gente, meditate.
 
 
Luigi Gaudio

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