Pensioni: flessibilizzazione da 65 anni e non da 66




Al 7 maggio 2013, l’INPS ha pagato solo 7.200 pensioni e gli ammessi alla salvaguardia sono ben 65.000, dati che dimostrano quanto lavoro bisogna ancora fare.  Giovannini sostiene che è necessario una “revisione delle regole sulla previdenza” con l’introduzione del sistema della “flessibilizzazione” delle opportunità di uscita dal lavoro “in cambio di penalizzazioni”.  Con i dovuti e necessari interventi alla riforma Fornero, si ipotizza che potrebbe essere positivo la possibilità di prepensionamento nella fascia di età 62-70 anni, stabilendo però ai 65 anni ( e non a 66 anni ) il punto di partenza per l’inizio della decurtazione delle percentuali di riduzione o degli incentivi.

 

Quindi il lavoratore che si trova ad avere un’età tra i 62 e i 65 anni, potrebbe subire una riduzione della pensione tra il 2 e l’8%, mentre se si trova nella fascia di età 65-70 anni potrebbe anche godere di incentivi da stabilire con molta moderazione.