Concorso DS in Lombardia: botta e risposta tra idonei e ricorrenti



Nella rubrica “ i lettori ci scrivono “ de La Tecnica della Scuola è pubblicato il seguente contributo a firma della portavoce dei 406 idonei inseriti nella graduatoria di merito del concorso per Dirigenti scolastici svolto in Lombardia:
Il mio nome è Amanda Ferrario, qualcuno mi conosce già. Sono un’idonea lombarda al concorso per dirigenti scolastici in regione Lombardia, anzi sono una vincitrice del concorso stesso. Sono anche la portavoce del gruppo che quest’anno si è battuto, unito e compatto, per ottenere Giustizia, l’unica Giustizia possibile: quella al Consiglio di Stato.
Il 4 giugno si è tenuta l’ultima udienza, quella di merito. In quell’occasione i giudici hanno potuto chiudere il cerchio con tutti gli elementi a disposizione: a loro adesso la decisione di merito che noi, vincitori di concorso, attendiamo con pazienza e fiducia da un anno ormai.


 


Ma lasciatemi fare qualche precisazione:
1.       Non siamo rassegnanti, non lo siamo mai stati e non lo siamo adesso. Siamo in trepida e silente attesa con la dignità che ci ha contraddistinto finora. Non urliamo, non sventoliamo pseudo notizie, non divulghiamo anatemi di alcuna sorta. Semplicemente aspettiamo la decisione di merito.
2.       La vicenda è assurda e kafkiana. Semplicemente perché non è possibile che in un paese che voglia definirsi civile si possa permettere la cancellazione di un concorso svolto senza tener conto di chi, come noi 406, ha seguito un iter amministrativo e l’ha portato a termine con onestà e correttezza.
3.       Vorrei commentare questa frase, del consigliere Pizzul, cito testualmente:Una precisazione Pizzul l’ha chiesta anche a proposito della definizione, contenuta nel documento, di ‘vincitori di concorso’: “Dobbiamo considerarli in quest’ottica: attendiamo la sentenza e mettiamoci nelle condizioni di far sì che il concorso, per come si concluderà, possa arrivare a garantire al più presto i diritti di coloro che risulteranno vincitori in base a quell’esito. L’obiettivo comune a tutti noi è di garantire, nel più breve tempo possibile, alla scuola lombarda dei dirigenti. Tutti coloro che devono portare a termine il loro compito lo facciano”, ha invitato il consigliere Pd. Gentilissimo Pizzul i vincitori non vengono decretati da un Giudice o da un Consiglio di Stato. Quando nel 2011 una schiera di oltre 4000 docenti lombardi ha affrontato una prova preselettiva e poi 1000 hanno avuto accesso ai due scritti e 500 agli orali, sapevano che sarebbero stati selezionati. Nessuno di loro ha portato da casa la famosa busta (trasparente o meno saranno i giudici, sulla base della perizia di parte terza, a valutare) e neppure nessuno di loro ha fatto altro che mettersi in gioco alle regole stabilite dall’amministrazione. I 406 selezionati hanno vinto il concorso, e questo è un dato. Se il Consiglio di Stato deciderà di annullare il concorso tutti i docenti, ricorrenti e vincitori, avranno perso. Ma soprattutto avrà perso l’amministrazione. L’alternativa è solo che il Consiglio di Stato accolga l’appello dell’Avvocatura. E che, dunque, i 406 vincitori di concorso abbiano il posto che meritano e che aspettano da un anno ormai. Il lessico è una cosa importante, usiamolo bene!

Amanda Ferrario

A questo articolo risponde la pagina Facebook  “ Dirigere Domani “

Ho letto l'intervento della collega Amanda Ferrario. Per completezza, però, mi sembra giusto ripostare un mio commento di qualche giorno fa, nella speranza che, in un modo o nell'altro, possa leggerlo e perlomeno rendersi conto di altri aspetti di questa vicenda non meno trascurabili
L'assurdo è altrove, sta nel prima. Dico io: non si potevano acquistare buste scure, casomai con qualche rivestimento interno? Mi risulta che in commercio ce ne siano e mica costano così tanto. E ancora, se è noto (e penso che lo sia a tutti e non voglio pensare il contrario) che il collegio per la valutazione delle prove scritte deve essere perfetto, ci voleva così tanto tenerne nel debito conto? E questo è l'amaro risultato: una scuola lombarda che ha bisogno di DS; politici e sindacalisti che parlano "a effetto"; idonei, sicuri oltre modo della loro bravura e delle loro capacità, pronti a gridare (chi a ragione, chi forse un po' meno); non idonei, che non sapranno mai fino a che punto la loro ammissione sia dovuta a palese incompetenza oppure a una eccessiva "velocità di valutazione". Qualcuno ha già dimenticato che alcuni compiti sembrano siano stati corretti alla velocità della luce. Basta infatti dividere il tempo impiegato nella correzione per il numero dei compiti corretti; mica è difficile. Allora, la cosa che fa orrore sta in un altro aspetto. Qui si discetta solo di buste, come se il problema fosse stato solo quello. Che ciò emerga dall'opinione comune, può stare anche bene; quando, però, tra gente avvezza al mestiere sfugge il senso e il significato di ciò che sta dietro al concetto di "giudizio assorbente", una nozione del resto semplice e presente in qualsiasi manuale di diritto amministrativo, le braccia sembrano cadere. E non si sa più cosa dire. Quando cadono i parametri del diritto, in un senso o nell'altro, si diventa solo "folla vociante". Una piccola considerazione che aggiungo solo così, tanto per non parlare sempre delle stesse cose. Come a tutti noto, nella griglia di valutazione c'è un item riferito alla chiarezza espressiva, alla capacità di sintesi, al sapersi esprimere con proprietà di linguaggio e con periodi lessicali di chiara comprensione. In pratica, ti si valuta sul fatto se sai scrivere o meno. Al di là della perplessità di un item del genere per soggetti che, superando egregiamente altre prove scritte, hanno almeno dimostrato di saper scrivere, mi chiedo però come sia possibile che, in un primo compito, in un range da 0 a 6 raccogli un miserrimo 1; mentre il giorno dopo in uno stesso item con un range questa volta da 0 a 4, si arriva a 3, quasi al massimo. In definitiva, il giorno prima sei quasi un analfabeta;a distanza di 24 ore, improvvisamente, il demone del genio rende d'incanto capaci di sapersi esprimere con proprietà di linguaggio. Fosse stato per i contenuti, andrebbe pure bene (un argomento lo sai bene, un altro meno bene, un altro per niente). Davanti a un giudizio così paradossale, un candidato sa scrivere o non sa scrivere, sa esprimersi con proprietà di linguaggio oppure no. Qui tanti si "accapigliano" sulle buste, ma i dolori sono altri. Tutti idonei e non idonei hanno messo in campo loro stessi. Chi opera una sorta di separazione manichea tra "geni" e "asinelli" offende la dignità di tutti, ma davvero di tutti. Questa distinzione (fatto salvo il rispetto per ogni persona che tenta una professione) la si potrebbe forse fare quando nessun dubbio vada ad alimentare la correttezza di una procedura. Qualcuno, a volte con toni anche denigratori e offensivi, si è permesso di dire che ormai i ricorsi sono diventati la regola per "entrare dalla finestra", dimenticando però che, forse, la conseguenza di ciò sta nel fatto che l'ordinario e regolare andamento delle procedure concorsuali sia diventata l'eccezione. Diceva Totò, il principe della risata: è la somma che fa il totale. Qualunque sia il giudizio del CdS, mi auguro semplicemente che le prossime tornate concorsuali siano più (posso usare questa parola?) leali.

Raffaele Fontanella