Per
Standard&Poor's le prospettive dell'Italia non sono rosee,
in quanto l'economia quest'anno, secondo le stime dell'agenzia, si contrarrà
dell'1,9%. S&P prevede inoltre un debito al 129% del Pil alla fine del
2013. L'outlook negativo assegnato all'Italia "indica che c'è almeno una chance su tre
che il rating possa essere ridotto ancora
nel 2013 o nel 2014". Per l'anno in corso, afferma sempre S&P, "gli obiettivi di bilancio sono
potenzialmente a rischio per il differente approccio nella coalizione di
governo" per coprire un disavanzo "frutto della sospensione dell'IMU e del possibile ritardo del
pianificato aumento dell'IVA".
Per questi motivi l'agenzia
internazionale Standard & Poor's ha tagliato il rating sovrano dell'Italia, portandolo da BBB+ a BBB. Dura la reazione del Tesoro,
secondo il quale, la scelta dell'agenzia Standard & Poor's di abbassare il
rating dell'Italia è una scelta "non condivisibile" in quanto già
superata dai fatti. Insomma i problemi economici
per il nostro Paese non sono finiti, ed è probabile l’inizio di una nuova stagione all’insegna
del sacrificio, che speriamo non sia a carico dei soliti noti. La speranza è quella che nel caso si debba fare cassa, non sia la scuola a pagarne le conseguenze con ulteriori tagli, non sia la scuola a fare da salvagente sociale, non sia la scuola a fare il capro espiatorio di una crisi economica senza fine. Perché se fosse così, allora si correrebbe il rischio di produrre altra spazzatura, la più pericolosa, quella culturale !