LUNEDI' 9 SETTEMBRE IN CONSIGLIO DEI MINISTRI IL "DECRETO DEL FLOP"

di Lucio Ficara

Ecco arrivare dopo il "decreto del fare" il "decreto del flop". Si tratta del decreto scuola che il prossimo 9 settembre sbarcherà in Consiglio dei ministri. Ma ci spiace dirlo, anche se era prevedibile pensarlo, molte speranze, di chi credeva in soluzioni definitive come quella dei quota 96, andranno deluse. Dalle colonne del quotidiano economico il sole 24 ore, in un articolo dei giornalisti Marzio Bartoloni e Claudio Tucci 

apprendiamo che dall'articolato è stata già espunta (perché troppo costosa) la norma su «Quota 96» che avrebbe consentito a circa 5/6mila docenti di andare in pensione con le regole pre Monti-Fornero. «È invece in corso la trattativa sugli inidonei che dovrebbero transitare nei ruoli amministrativi», ha spiegato il capo dipartimento per l'Istruzione, Luciano Chiappetta. Una partita, questa, che vale una buona fetta dei 400 milioni che mancano. Nella bozza di articolato non c'è più la norma "salva presidi" per tamponare le situazioni critiche venutesi a creare in alcune regioni (Lombardia in testa) a seguito dell'annullamento del concorso del 2011. Qui lo stop è arrivato dalla Funzione pubblica per evitare l'insorgere di nuovo contenzioso.l piatto forte del decreto è l'articolo che proroga, per i prossimi tre anni, il piano di assunzioni di docenti e Ata. «Si punta a coprire il turn over previsto nel triennio e tutti i posti disponibili», ha spiegato Chiappetta. Per la precisione parliamo di 26.264 professori normali, 1.608 docenti di sostegno e 13.400 Ata, per un totale di 41.272 posti. A questi potrebbero aggiungersi le cattedre in più sul sostegno. Il Miur preme per stabilizzare i posti attualmente coperti da un supplente, pari nel triennio 2014-2016, a 26.684. Che farebbero salire il "bottino" del piano triennale a quasi 69mila posti. Ma anche qui servono risorse, e c'è da convincere l'Economia. Ci attendavamo un decreto salva scuola invece arriva il decreto del flop , ma per onestà intellettuale bisogna dire che il ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza ci aveva avvisato in anticipo, dichiarando: "non aspettatevi grandi cose da questo decreto".