PROPOSTE: TEST UNICI PER L'AMMISSIONE ALL'UNIVERSITÀ

di Roger Abravanel - Meritocrazia.corriere.it - 9 settembre 2013 | 10:46

Sta cominciando il nuovo anno scolastico e i problemi sono quelli di sempre. Mancano gli insegnanti perché vengono assegnati in ritardo. Mancano i presidi, che sono i veri garanti delle qualità delle scuole, per colpa dei ricorsi ai Tar contro i vincitori dei concorsi. Come ogni anno ci si lamenta del caro libri. Questi problemi causano da anni disagi agli alunni e alle famiglie. Ma il vero motivo di preoccupazione dovrebbe essere quello delle ammissioni universitarie, che sono la punta dell' iceberg di un problema gravissimo: la totale perdita di fiducia nel valore reale dei titoli di studio, da parte di imprese, studenti e famiglie.

Da anni chi scrive ricorda che il voto di maturità non vale più nulla, come dimostrato dal fatto che negli ultimi 3 anni i 100 e lode al Sud sono stati il doppio che al Nord, mentre i risultati ai test Ocse-Pisa del Nord sono più alti che al Sud.




Le migliori università italiane (Politecnici, Bocconi) hanno reagito affidando la propria selezione a test di ingresso totalmente slegati dal voto di maturità. Ma col tempo queste selezioni sono divenute oggetto di critiche sempre più forti. Si critica il peso eccessivo dato ai test, che vengono accusati di essere nozionistici, dei veri e propri quiz dove conta soprattutto la memoria. È un limite che hanno spesso tutti i test a scelta multipla, soprattutto quando chi li prepara non è un esperto (come lo sono invece all'Invalsi e agli istituti simili all'estero). Il «fai da te» delle università ha così prodotto domande a volte bizzarre.

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