Riformare la scuola: Ichino, Israel, Rembado, Checchi, Gavosto, Bertagna e Pantaleo su IoDonna


In un interessante articolo (http://www.iodonna.it/attualita/primo-piano/2013/scuola-riforme-a-costo-zero-401607715453.shtml ) di Cristina Lacava su IoDonna il Femminile del Corriere della Sera sono riportate alcune riflessioni di personaggi noti  riguardanti possibili innovazioni nel mondo della scuola:


Andrea Ichino (docente di Economia politica, università di Bologna)
1 Autonomia. Un servizio resta pubblico anche se non è gestito direttamente dallo Stato, che affida ad altri questo compito senza spese aggiuntive.
2 Le scuole scelgano liberamente gli insegnanti: così finirà il tormentone dei concorsi, delle liste a esaurimento per anzianità e dei tirocini ordinari e speciali.
3 L’offerta formativa va modulata dalle scuole, con corsi obbligatori e opzionali.
4 Lo Stato da fornitore diventi valutatore e informatore delle famiglie.
5 Esami di maturità: non più a pacchetto ma per materie, alcune obbligatorie, altre scelte dallo studente.

Giorgio Israel (docente di Storia della Matematica all’università La Sapienza, Roma)
1 Spending review rigorosa. Ridurrei commissioni ministeriali e convegni inutili.
2 Moratoria sui test. Ci stiamo buttando a capofitto in un sistema che altri Paesi abbandonano. L’Invalsi è fuori controllo.
3 Riqualificazione dei docenti.
4 Formazione e selezione degli insegnanti: basta con le immissioni ope legis.
5 Stop all’agenda digitale. Nella scuola più prestigiosa della Silicon Valley non entrano né i computer, né le lavagne luminose.

Giorgio Rembado (presidente Associazione nazionale presidi)
1 Autonomia finanziaria e organizzativa. Per esempio, sulla scelta dei programmi.
2 Basta tagli, il fondo per il finanziamento ordinario è ridotto a zero. Non si può andare avanti con i contributi delle famiglie.
3 Edilizia: servono edifici nuovi.
4 Valutare scuole, docenti e dirigenti.
5 Nuovo metodo di reclutamento di insegnanti e presidi: i concorsoni sono fallimentari, finiscono con contenziosi eterni.

Daniele Checchi (docente di Economia politica alla Statale di Milano)
1 Edilizia scolastica, soprattutto al Sud.
2 Problema precari: se entrano in ruolo tutti, si crea un tappo per 10 anni. Se invece puntiamo sull’autonomia, dobbiamo dare ai presidi la possibilità di assumere.
3 Basta con il turn over degli insegnanti; 1 su 3 cambia posto ogni anno, è troppo.
4 Ridurre lo scarto Nord/Sud.
5 Riflettere su valutazione e test Invalsi.

Andrea Gavosto (direttore Fondazione Giovanni Agnelli)
1 Le scuole medie sono l’anello debole del sistema: vanno cambiate.
2 Divario Nord/Sud: l’Italia è l’unico Paese con risultati così diversi.
3 Sbloccare l’ascensore sociale. Ancora oggi, la provenienza sociale delle famiglie condiziona i percorsi scolastici dei figli.
4 Insegnanti: la maggior parte è entrata negli anni Settanta, serve un ricambio. Abolirei l’ingresso per anzianità e punterei sui concorsi o sulla chiamata diretta.
5 Valutazione delle scuole e dei docenti.

Giuseppe Bertagna (docente di Pedagogia, università di Bergamo)
1 Potenziamento dell’istruzione e formazione professionale delle Regioni.
2 Alternanza scuola-lavoro dai 14 anni, obbligatoria anche per i licei.
3 Formazione specifica degli insegnanti per far funzionare il punto 2.
4 Apprendistato: è ancora un tabù.
5 38 giovani su 100 non hanno lavoro. O la scuola si trasforma in impresa, e viceversa, o il Paese è destinato al declino.

Mimmo Pantaleo (segretario Flc Cgil)
1 Investimenti, soprattutto nell’edilizia.
2 Potenziamento di alcuni segmenti, come scuola primaria e dell’infanzia.
3 Obbligo di istruzione fino a 18 anni.
4 Rinnovo del contratto nazionale degli insegnanti, fermo dal 2006.
5 Rivedere il sistema di reclutamento: ci sono 160.000 iscritti nelle graduatorie, che si possono svuotare in 5 anni.