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L’ANP probabilmente non conosce il pericolo dei controsoffitti
Un articolo pubblicato il primo di novembre sul sito web della
Associazione Nazionale Presidi è fonte di riflessioni su come valutare il
pericolo derivante dalla presenza di controsoffittature nelle aule delle nostre
scuole. L’articolo in questione dal titolo “Sicurezza di carta, giustizia di
ferro “ dice: “Crollo al Liceo DARWIN di Rivoli(TO), la sentenza di appello
condanna anche tre insegnanti addetti alla sicurezza. La recente sentenza di
appello sul crollo verificatosi nel 2008 al Liceo di Rivoli è stata, come è
noto, molto severa con il personale della scuola. Sono stati infatti condannati
a pene detentive, oltre a tre funzionari della Provincia di Torino, anche tre
docenti che a vario titolo erano addetti alle attività di prevenzione
infortuni. E’ nostra abitudine rispettare tutte le sentenze, ma questo non ci
esime nel caso specifico dal sollevare alcuni interrogativi:
1. è pacifico che
della sicurezza statica degli edifici scolastici debbano occuparsi in primo
luogo gli Enti Locali proprietari, che ne hanno le competenze ed i mezzi, oltre
che il titolo. Per quale motivo una condanna di gravità praticamente identica è
stata inflitta a personale della scuola che non ha i poteri di intervento né le
risorse per farlo?
2. nel Liceo Darwin le cause del crollo erano nascoste
dietro una controsoffittatura installata tempo prima proprio dall’Ente Locale.
Cosa avrebbero dovuto fare i docenti condannati: procedere loro – sostituendosi
ai servizi tecnici della Provincia – ad indagini diagnostiche o ad ispezioni
invasive della struttura? con quali fondi e con quale competenza giuridica ad
operare su beni altrui?
3. c'è da chiedersi con quale serenità possano da ora
in avanti dedicarsi al proprio lavoro dirigenti ed addetti ai servizi di
protezione delle scuole, stretti fra l’impossibilità pratica di intervenire sui
fattori reali di rischio e l’obbligo giuridico di rispondere comunque per fatti
che sfuggono alla loro disponibilità. Ci sarà un terzo grado di giudizio in
Cassazione e l’Anp confida in un vaglio più realistico del bilanciamento fra
responsabilità giudiziarie e reali poteri di intervento. Non è individuando,
dopo le tragedie, un responsabile purchessia che si fa prevenzione reale; e
neppure si rende giustizia sostanziale alle vittime. Da parte nostra, come
principale associazione dei dirigenti delle scuole, abbiamo deciso di dare un
contributo fattivo alla questione sicurezza, avviando a livello nazionale un
consistente piano di formazione autofinanziato, dedicato a tutti i nostri
iscritti e finalizzato ad incrementarne le competenze in materia. Nei limiti,
non superabili, nei quali ci troviamo ad operare, questo vuol essere un
contributo reale alla sicurezza delle scuole che ci sono affidate. La
"sicurezza di carta” uccide: lo abbiamo denunciato mille volte. Ed uccide
due volte: non rendendo sicure le nostre scuole e sacrificando, prima e dopo
gli incidenti, le persone sbagliate. E’
ora di abbandonare la strada degli interventi meramente sanzionatori, che si
sono dimostrati troppe volte inefficaci, e di agire concretamente “.
Da quanto si legge è ovvia la mancata
competenza di chi scrive sulle operazioni di controllo ( anche visivo ) di una controsoffittatura.
Infatti, un controsoffitto non collassa istantaneamente, ma in tempi lunghi
dove l’azione del peso sovrastante riesce a superare il vincolo di reazione per
effetto di infiltrazioni d’acqua o
variazioni termiche, che ne determinano particolari incurvature rispetto all’asse
orizzontale. Se le ispezioni in locali dove esistono controsoffitti non sono periodiche e ravvicinate nel tempo, le
responsabilità di chi ha programmato tali ispezioni visive sono palesi. Per
maggiori approfondimenti rimando ad un mio articolo su la rivista cartacea de
La tecnica della Scuola dell’anno scolastico 2012/13 ( vedi foto ) riguardante proprio le
controsoffittature.
Aldo Domenico Ficara