Ne bis in idem: Biancofiore risparmiaci. E, soprattutto, risparmia il Latino.

Autore: Franco Labella


Il Diritto non l’ha studiato al Magistrale e l’ho già scritto in un pezzo di qualche mese fa.
Ma Micaela Biancofiore al Magistrale il Latino lo ha studiato.
Male probabilmente.
Ieri sera da Formigli, nella trasmissione del lunedì, l’on. Biancofiore si è superata e la piazza pulita l’ha fatta lei.
Perché è diventata la migliore  testimonial del Diritto eliminato nelle scuole dalla sua collega Gelmini.
Ha dimostrato, senza ombra di dubbio, che c’è bisogno di ritornare a studiare il Diritto nelle scuole italiane.
Non fosse altro che per poter capire quante se ne possono sparare per difendere un condannato in via definitiva.
Ha esordito la Biancofiore dicendo testualmente : “C’è un principio in Diritto, il ne bis in idem , che significa che siccome Berlusconi era stato assolto due volte dalla Cassazione, una terza volta non poteva essere condannato”.
Ora per il diploma di scuola media superiore, lo suggerisco al ministro Carrozza in alternativa al “liceo breve”, ci dovrebbe essere un meccanismo analogo a quello che porta coloro che ricevono una onorificenza a perderla in caso di comportamenti che recano disdoro.
Beh, se una diplomata alle magistrali dimostra di non conoscere il Latino, dovrebbero almeno toglierle il diploma.
Ne bis in idem non è il contrario di “Non c’è due senza tre” .
Ne bis in idem, frase latina non complicatissima, significa, semplicemente, che non si può essere giudicati due volte per una stessa situazione.
Quindi, per intanto, il tre non c’entra….
 

 
 
Ma se pure il latino maccheronico della Biancofiore avesse un minimo di fondamento, bisognerà ricordarle che le assoluzioni di Berlusconi ( o meglio le mancate condanne perché i processi sono andati incontro  alle prescrizioni o perché i reati come il falso in bilancio  sono stati eliminati con le leggi ad personam) non hanno riguardato la frode fiscale che l’ha portato alla condanna passata in giudicato.
Quindi, in ogni caso,  nessun bis in idem.
Bisognerebbe,perciò, aver rispetto della memoria degli italiani ed anche rispetto del fatto che l’ignoranza dei principi giuridici di base non può, sia pure per bocca di una onorevole, assurgere a nuova verità da spacciare in televisione.
Perché sentire poi l’onorevole affermare che quando c’è un contrasto tra una legge (la Severino, peraltro scorrettamente definita, sempre dall’ineffabile Biancofiore, legge delega e non decreto legislativo ) e la Costituzione bisogna rivolgersi alla Corte europea è veramente troppo.
Persino per una studentessa delle Magistrali che evidentemente ignorasse la funzione della Corte Costituzionale italiana.
Figuriamoci se a fare questa affermazione è un membro del Parlamento.
E non contenta poi l’on. Biancofiore, già sottosegretaria per fortuna dimissionaria, ha persino citato un  Ulpiano che però non può aver scritto “Sine legem” come pronunciato dalla diplomata al magistrale Biancofiore.
“Nulla poena sine lege”, gentile onorevole, non “sine legem”.
Ma le perle non finiscono qui perché , alla fine, la Micaela confessa :“Io sono politically scorrect”.
Testuale.
E per fortuna c’è la registrazione televisiva…..
Anche se tutto avremmo avuto voglia di vedere e sentire,proprio  ieri che era il 25 novembre, tranne che la perla finale, quella del “politically scorrect”, dell’onorevole bolzanina: “La stragrande maggioranza delle donne quando vede un uomo ricco ci si butta a pesce”.
Sarebbe il caso , gentile onorevole Biancofiore, che ci si buttasse lei a pesce.
Ma nel silenzio…….
Ne bis in idem: come è vero…… perché pure noio volevan savuar, con il grande Totò, se l’onorevole ci è o ci fa…..politically scorrect.
E se qualcuno avesse dubbi sulla veridicità di quanto ho scritto , la trasmissione è qui: http://www.la7.it/piazzapulita/