LETTERA, FIRMATA DA 24 INSEGNANTI DEL LICEO ‘PONTORMO’ DI EMPOLI, SULLE PROVE INVALSI

“Il decreto 104/13, già convertito in legge, prevede, all’articolo 16, delle misure correttive nelle modalità dell’insegnamento laddove si riscontrino delle carenze accentuate sul piano delle competenze acquisite dagli studenti. Sebbene il principio sia condivisibile, anche nell’ottica di una razionalizzazione della spesa tramite la destinazione dei fondi dove maggiormente servono, tuttavia le modalità proposte per rilevare l’insuccesso e le conseguenti misure correttive rischiano di essere del tutto inadeguate rispetto alla reale natura del
problema. La legge appena promulgata prevede infatti che:
• l’insuccesso scolastico sia rilevato tramite il test invalsi
• siano stanziati dei fondi specifici finalizzati al finanziamento di corsi di aggiornamento/formazione degli insegnanti nelle aree dove l’esito risulta non soddisfacente.
Benché a una lettura superficiale tali misure possano risultare razionali e funzionali allo scopo, riteniamo che esse non rappresentino una reale soluzione del problema. In quanto  diretti operatori nel campo dell’istruzione sentiamo l’esigenza civica e morale di entrare nel merito della questione in primo luogo affinché la percezione pubblica del problema sia più completa e, quindi, per proporre dei miglioramenti a quanto previsto dalla legge, redatta inevitabilmente da personale lontano dal problema diretto; sarebbe in effetti gravissimo per il mondo della Scuola se gli intenti positivi che sembrano animare queste nuove misure si risolvessero, di nuovo, in un dispendio di energie e di soldi che rischia di essere inutile.  L’esperienza personale, sviluppata attraverso anni di lavoro in istituti diversi, in realtà geografiche e sociali diverse, palesa, infatti, che l’insuccesso scolastico è generalmente dovuto  all’estrazione sociale degli studenti, all’ambiente culturale in cui ci si muove e alle peculiarità di quei territori ad alto tasso di immigrazione.





 Proponiamo quindi che:
• si effettui un monitoraggio adeguato della correlazione fra le caratteristiche sociali del contesto in cui si opera e il successo formativo
• Si utilizzino dei parametri che individuino le caratteristiche dei diversi contesti socio-culturali come criterio fondamentale per l’assegnazione dei fondi. Gli esiti di test specifici sulle competenze, come l’invalsi, possono essere certamente incrociati con tali parametri, ma non costituire il riferimento principale, sia perché, comunque non centrano, come detto, il cuore del problema, sia perché la reale validità dei test, almeno per come fino ad ora son stati proposti, sta già venendo messa in discussione da più parti nel mondo della Scuola.
• Si riconosca agli istituti, nell’individuazione delle misure correttive, l’ampia autonomia che è necessario avere a causa delle specificità dei vari contesti. Tali misure possono  consistere sia nell’organizzazione di corsi di recupero, ormai resi inconsistenti dai tagli radicali sul finanziamento statale dei fondi di istituto, sia nella realizzazione di attività extracurricolari che possano promuovere l’emancipazione culturale e l’affrancamento da situazioni di disagio, sia, infine, nella sperimentazione di approcci didattici diversi da quelli praticati per i quali può rendersi necessaria una formazione appropriata che preveda, quando necessario, l’affiancamento al corpo docente di figure competenti in materia psicologica, pedagogica o sociologica.
• Si renda più efficace l’azione dell’insegnante attraverso la riduzione del numero di studenti per classe nei contesti di maggior difficoltà e dove siano presenti studenti con bisogni  educativi speciali o vere e proprie disabilità certificate; in generale, infatti, riteniamo che l’azione dell’insegnante, consistendo in un lavoro di relazione, richieda un contatto tanto più diretto e un coinvolgimento tanto maggiore quanto più lo studente è privo di strumenti autonomi e di una autentica motivazione.”



http://www.gonews.it/2013/presa-di-posizione-di-24-docenti-del-pontormo-sulle-prove-invalsi-test-fuorvianti-conta-molto-lambiente-circostante-piu-che-i-metodi-di-insegnamento/#.UqjbV8uA3IV