Stipendi giù, presidi all'attacco: "Il ministro Carrozza si dimetta"

Tocca a Lei difendere il Suo Ministero e i Suoi Dirigenti. Non può lavarsi le mani dando la colpa solo al MEF o scrollandosi le spalle dicendo che non ha soldi. Alzi la voce, tiri fuori i muscoli o gli attributi e, se non sarà ascoltata faccia la cosa più corretta e nobile che un Ministro deve fare si dimetta". Non si placa la protesta dei presidi italiani dopo il blocco dei contratti integrativi regionali. E dopo le proteste, l’associazione nazionale Dirigentiscuola-Confedir, unica associazione di categoria rappresentante solo i dirigenti scolastici, alza il tiro e scrive una lettera di fuoco al ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza.
L'aut aut posto dai presidi è chiaro: il ministro tuteli la categoria e la difenda dalla “buttata” del collega Saccomani "che, unilateralmente, ha deciso di bloccare i CC.II.RR. già sottoscritti e scaduti, con l’intento di scippare dalle tasche dei dirigenti scolastici circa 2.000 euro l’anno" oppure si dimetta.
"Quando un Ministro dichiara pubblicamente che Lei non c’entra niente con la decisone del collega Saccomani - attacca il Segretario Generale della Di.S.Conf. e aggiunto Confedir Attilio Fratta -, che non condivide la sua decisione, che i dirigenti scolastici sono già molto sottopagati, che la colpa è del MEF, vuol semplicemente dire che non ha voce in capitolo, che non ha alcun potere decisionale".
"Delle due l’una - continua Fratta -: o il ministro Carrozza, magari con l’aiuto del Presidente Letta, costringe Saccomani a ritirare il suo unilaterale, illegittimo e vergognoso provvedimento, peraltro mai reso pubblico, oppure difenda almeno la Sua dignità dimettendosi. La scuola non ha bisogno di un ministro fantoccio. Tocca a lei difendere e tutelare i suoi dirigenti che non possono essere costretti a ricorrere continuamente, con tutto quello che comporta, ai Giudici per vedersi riconosciuti i loro diritti. Ricorrere al Giudice deve essere un’eccezione, una patologia, non la norma. Può dirsi “normale”un Paese nel quale il cittadino è costretto a ricorrere continuamente dal Giudice per far rispettare le leggi violate da chi le ha emanate? O da chi prende provvedimenti calpestando i più elementari valori e principi sanciti dalla Costituzione? Se non si inverte questa tendenza prima o poi ci vorrà la ghigliottina perché, e non solo i dirigenti scolastici, ma il Popolo è stanco; ma evidentemente il Potere, le Istituzioni non si rendono conto che il Popolo 'ha fame Maestà!'. 'Dattegli le brioches' risposte Maria Antonietta… e le conseguenze le conosciamo. Peraltro come può un dirigente inculcare principi continuamente calpestati e nei quali non crede più? Un educatore insegna ciò che è non ciò che sa!”

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