Ministero dei Beni culturali cerca laureati con 110 per 400 euro al mese

AAA cercasi laureati a pieni voti per catalogare i libri del Ministero”
Polemica sul bando per i tirocinanti

Offerti 5000 euro per 12 mesi di lavoro. Ma è boom di adesioni tra i giovani
Per dare «un segnale forte al Ministro e al Governo», gli archeologi scendono in piazza l’11 gennaio per «chiedere misure urgenti a favore della buona occupazione nei beni culturali
 

Guai a chiamarlo stipendio. Per il Ministero dei Beni culturali si tratta di un’indennità di partecipazione. Ma per i cinquecento disoccupati che si affretteranno a presentare una candidatura sarà l’unico assegno possibile in un momento di crisi nerissima: cinquemila euro per dodici mesi di lavoro.  A leggere bene il bando, pubblicato tre giorni fa sul sito del ministero, qualcuno ha fatto scoppiare la polemica: «Questo è un modo per sfruttare i giovani e umiliare chi ha studiato per molti anni». Per partecipare al progetto di catalogazione dei beni culturali, in effetti, bisogna aver dedicato ai libri tanto tempo e tanto impegno. Essere laureati è sì la condizione essenziale ma non l’unica: chi non ha ottenuto il 110 sarà subito scartato. Stesso discorso per chi si presenta con la qualifica di archivista: il voto minimo previsto dal bando è il 150, cioè il massimo.  In tanti, comunque, sono già pronti a tuffarsi per sfruttare l’opportunità. Per il progetto, che rientra nelle azioni previste dalla legge 112/2013 “Disposizioni urgenti per la tutela, valorizzazione e rilancio dei beni, attività culturali e turismo”, il ministero ha investito qualcosa come due milioni e mezzo di euro. E per chi ha fatto studi umanistici e da tempo va alla caccia di un lavoro questa sembra un’occasione da non perdere. Ma sulla rete è già divampato il dibattito.




A scatenare la protesta è soprattutto l’articolo 6 del bando, quello che stabilisce il compenso per i cinquecento giovani che dovranno catalogare lo sterminato patrimonio culturale italiano. Cinquemila euro all’anno per trenta ore settimanali significa che ogni “assunto” porterà a casa tre euro e venti centesimi per ogni ora. Il bando, per di più, non prevede giornate di ferie e per ogni giornata di assenza ingiustificata è prevista addirittura la decurtazione del compenso. Questo, c’era da scommetterci, è un altro punto contestato. «Siamo ancora una volta offesi ed umiliati da un sistema politico che ci vorrebbe rendere suoi clienti con una elemosina come quella contenuta in questo bando: 5000 euro per lavorare un anno intero, 30-35 ore a settimana - attacca Alessandro Pintucci, presidente della Confederazione italiana archeologi - Vista la grave crisi che affligge il nostro settore, tra un anno quei 500 “giovani” saranno di nuovo a bussare alle porte di qualcuno per chiedere di estendere il contratto ancora per qualche mese o essere assunti ope legis, novelli miracolati di un paese che non ha intenzione di cambiare passo».

http://www.lastampa.it/2013/12/11/italia/cronache/aaa-cercasi-laureati-a-pieni-voti-per-catalogare-i-libri-del-ministero-lira-degli-archeologi-una-beffa-aleikB1FmvUfs2M7V9fXDJ/pagina.html