“Liberare la scuola” ovvero lo strano appello di alcuni DS

di Vincenzo Pascuzzi – 12 marzo 2016


Titolano appunto “Liberare la scuola”, non liberate o liberiamo (magari insieme: presidi, docenti, ata, studenti) la scuola. Sono alcuni DS, che prima si chiamavano presidi e che ora lanciano in rete il loro appello, o grido di dolore, o lettera aperta senza destinatario o con tutti destinatari. Invocano la liberazione della scuola, ma nel documento stilato e proposto alla sottoscrizione da 7 di loro si parla solo di questioni attinenti la loro attività e la loro condizione, reclamano meno impegni, attività, responsabilità, adempimenti (punti 1, 2, 3) e chiedono più soldi (punti 4, 5), anche se lo nascondono (in proposito, meglio la schiettezza dell’ANP che lo grida). PUNTO.
La “scuola” si riduce solo a loro stessi, ai loro problemi, alle loro richieste? NULLA da segnalare o richiedere per didattica, alunni, docenti, ata?
Su Facebook hanno creato un sito, una pagina e un gruppo, ma sono ambienti chiusi, forse perché non amano intrusioni e critiche e temono i confronti con coloro che dovessero risultare …. contrastivi? Così bannano e cancellano soggetti e post sgraditi o “pericolosi”, come mi segnalano amici e colleghi. In due settimane, la loro pagina ha già ottenuto 1.600 “mi piace”, ma solo 800 DS o simpatizzanti hanno sottoscritto il documento proposto.
Questi bravi DS, che chiedono – forse al governo e anche ai sindacati – di “liberare la scuola”, non hanno proprio nulla nulla da dire e proporre riguardo a dispersione scolastica, ripetenze, basso numero di laureati italiani rispetto ai paesi UE, nuovi problemi connessi al bonus merito, agli ambiti territoriali, alla mobilità, al contributo volontario-obbligatorio, alle retribuzioni inadeguate di tutto il restante personale? E non sanno nulla dei 30mila supplenti senza stipendio da mesi? Non parliamo di questioni tipo carta igienica se no Simona Malpezzi ci fa lo schemino!
E per loro non esiste il problema, segnalato da una recente ricerca OCSE, dei nostri studenti che stanno troppe ore a scuola, studiano di più a casa, ma imparano poco rispetto agli studenti del Nord Europa? Ma quale idea di scuola presente e futura hanno in mente? Quella attuale riformata con la l. 107 va più o meno bene?
Infatti, altra questione non affrontata e non chiarita riguarda proprio la legge 107/2015 (già ddl 2994, c.d. buona scuola). Alcuni dei DS ora promotori e sottoscrittori dell’appello in questione, nell’aprile scorso, si dichiararono decisamente contrari allo sciopero proclamato 5 maggio 2015 – chiamandolo “Sciopero demagogico” – in un altro appello titolato “Io non sciopero e voglio migliorare il Ddl ‘La buona scuola’”. Cosa è cambiato, qualcosa è andato storto, la buona scuola non funziona o ancora non basta, oppure sono loro stessi che hanno cambiato opinione?
Infine, l’appello senza destinatario esplicito assomiglia a un’iniziativa a carattere sindacale particolare che risulta però senza gambe per stare in piedi e procedere. Nessuna mobilitazione in programma, nessun presidio al Miur o alle Prefetture, nessuna disobbedienza civile? Per loro, si mobiliteranno spontaneamente i politici e i sindacati amici in soccorso in quanto si dichiarano “movimento trasversale di DS”? Oppure?