di Vincenzo
Pascuzzi – 6 ottobre 2016
Premessa
Qui di seguito,
la seconda parte di commento al resoconto del convegno “Meritocrazia nella
scuola! Tanti miti da sfatare?”, indagine e progetto pilota, realizzato
mediante un sondaggio demoscopico commissionato da ANP a “Great Place to Work®
Italia” e “Forum della Meritocrazia”. Scopo finale dell’iniziativa appare
quello di rinnovare e mettere in buona
luce l’immagine dei DS (già presidi) e della stessa ANP che li associa e
rappresenta. Detto convegno ANP introduce nuove terminologie: “Leadership
meritocratica”, che è un po’ neologismo, un po’ slogan nuovo e accattivante;
“Meritocrazia percepita”, anch’essa un po’ neologismo e un po’ slogan. Può
essere utile tentare di approfondire il significato e il senso di entrambe le
espressioni.
Nota. La prima
parte di commento, titolata “Marketing del marchio ANP e sondaggio apodittico”,
è pubblicata giorni fa su retescuole.net e altri siti.
Merito e
meritocrazia
Il merito e la
meritocrazia vengono accreditati come novità, ma in realtà non è affatto vero
che siano stati inventati o scoperti di recente o magari importati dell’estero
(i soliti paesi anglofoni e del nord Europa). Il merito è già scritto nella
nostra Costituzione: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede
mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge (art. 97, c. 3, Cost.)”.
Dove concorso implica appunto merito, prove di valutazione, selezione. Per
meritocrazia si intende – dal 2008 circa – sistema per premiare il merito. Ma
la novità è solo nominale, lessicale o propagandistica. Appartengono al c.d.
guru della meritocrazia – Roger Abravanel – le definizioni che seguono. «Meritocrazia
è un sistema di valori che valorizza l’eccellenza indipendentemente dalla
provenienza, dove “provenienza” indica un’etnia, un partito politico, l’essere
uomo o donna; ma in Italia “provenienza” significa soprattutto la famiglia di
origine». (Roger Abravanel).
«Meritocrazia
spiega come in Italia l’assenza di questo sistema di valori abbia prodotto una
classe dirigente debolissima: la mancanza di meritocrazia è molto più pervasiva
di quanto non si creda, ed è diventata la causa principale del declino della nostra
economia. Una classe dirigente inadeguata di policy makers, leader e dirigenti
della pubblica amministrazione …. ». (Roger Abravanel).
Sembra però che
il termine “meritocrazia” venga usato in modo disinvolto, generico e confuso (o
per confondere) proprio dalla citata “classe dirigente inadeguata di policy
makers, ….”, forse anche per nascondere la propria a-meritocraticità. In altre
parole, un uso autoritario, strumentale, auto-assolvente. Appare anche che
nella meritocrazia o meritomania, il merito debba e possa essere misurato con
nuovi metodi veloci, sbrigativi, economici, perdippiù spacciati per oggettivi,
in particolare con i test a crocette. Infine “meritocrazia percepita”, cioè
intrinsecamente soggettiva, opinabile appunto e a-scientifica, appare come
obbiettivo di ripiego, ipotesi o soluzione B, rispetto alle difficoltà o
all’impossibilità di misurare oggettivamente il merito.
Leadership
Vediamo ora cosa
è o cosa si intende per “leadership” e magari per “leadership meritocratica”. La
definizione non è affatto semplice, unica, né condivisa; ne riportiamo alcune
cominciando da Warren Bennis (1925 – 2014), considerato un guru della leadership:
•“Leadership is like the abominable snowman, whose
footprints are everywhere, but is nowhere to be seen”.
Altre frasi di
Warren Bennis che aiutano a inquadrare la leadership:
•“To an extent, leadership is like beauty: It’s hard
to define, but you know it when you see it.”
•“A leader is not simply someone who experiences the
personal exhilaration of being in charge. A leader is someone whose actions
have the most profound consequences on other people’s lives, for better or for
worse, sometimes for ever and ever.”
•“The leader never lies to himself, especially about
himself, knows his flaws as well as his assets, and deals with them directly.”
•“The leader wonders about everything, wants to learn
as much as he can, is willing to take risks, experiment, try new things. He
does not worry about failure but embraces errors, knowing he will learn from
them.”
•“The manager has his eye on the bottom line; the
leader has his eye on the horizon,”
•“The manager does things right; the leader does the
right thing,”
Da Peter Drucker
(1909 – 2005) riportiamo due altre possibili definizioni:
•“The only definition of a leader is someone who has
followers.” con la precisazione che “Followership, by the way, is voluntary.
The leader thus persuades others to follow. Any other method is not leading.”
•“A person who motivates others to think and act in
desired ways.” anche qui chiarendo che “To get others to follow, whether
ideologically or practically, you need to motivate them. In other words,
leadership is all about changing minds.”
Infine, da Kevin Kruse (“a leader on the subject of
leadership”) riportiamo invece cosa non è la leadership:
•Leadership has nothing to do with seniority or one’s
position in the hierarchy of a company.
•Leadership has nothing to do with titles.
•Leadership has nothing to do with personal
attributes.
•Leadership isn’t management. This is the big one.
Leadership and management are not synonymous.
Pertanto non
appare semplice una definizione univoca e unificata, e lasciamo al lettore il
compito di chiarirsi le idee e magari tentare e proporre una sintesi esaustiva
e condivisibile. “Leadership meritocratica”: l’aggiunta dell’aggettivo complica
ancora la situazione e disorienta: l’espressione dovrebbe essere spiegata e
chiarita da chi l’ha introdotta dandone
per scontato il significato.
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I link di
riferimento
“Meritocrazia
nella scuola! Tanti miti da sfatare?” – Resoconto del convegno / 20.09.2016
http://www.anp.it/anp/doc/resoconto-del-convengo
Marketing del
marchio ANP e sondaggio apodittico / 2.10.2016
http://www.retescuole.net/senza-categoria/marketing-del-marchio-anp-e-sondaggio-apodittico