E’ iniziata l’operazione recupero docenti…


di Gianfranco Scialpi
 
A ridosso del Referendum Costituzionale, il governo ha accelerato l’operazione recupero docenti.
Questa esigenza parte da un dato di fatto: il Pd ha “perso  la scuola”. La pessima legge, definita con un aggettivo inappropriato “Buona”, nata da un accordo di Palazzo e con qualche Fondazione, ma non con il coinvolgimento dei docenti ; il contratto fermo da sette anni e il peggioramento delle condizioni di lavoro dei docenti ( classi pollaio, superpollaio, aumento degli adempimenti burocratici… ) hanno rappresentato le condizioni ottimali per un divorzio non consensuale tra il governo di “sinistra”, ( ormai è rimasto il nome e comunque lasciamo perdere il “centro” ) e una componente essenziale della sua base elettorale.
Quindi il governo corre ai ripari con il bonus dei 500€ e la proposta di un aumento medio contrattuale di 85€.
Entrambi hanno un elemento in comune: sono proposti a ridosso del 4 dicembre.
I docenti dovevano avere in tasca la quota del nuovo bonus a settembre dopo le opportune verifiche da concludere entro agosto. E invece, la data di consegna delle certificazioni di pagamento è aggiornata “stranamente”  al 15 ottobre. Mossa strategica o esigenze organizzative? Difficile dirlo. E’ un fatto che la procedura per avere il Bonus è  attivata proprio  a ridosso del Referendum.
Il sospetto esiste anche per il contratto. Dormiente finora, nonostante una sentenza della Corte Costituzionale ( giugno 2015 )  che ha definito non più praticabile il blocco contrattuale. Sospetto che aumenta perché non sì è capito da dove escono gli 85€ di aumento medio ( quindi per tutti, ma questo contrasta con la legge Brunetta che stabilisce una premialità per alcuni ), con la cifra stanziata nella non ancora Legge di Stabilità 2017.  Per coprire i tre anni di rinnovo contrattuale occorrerebbero 11 miliardi ( sindacato Anief- Cisal ), cifra molto distante da quella prevista nella nuova proposta di legge di  Stabilità 2017. Infatti si legge nel testo che è contemplata “l’istituzione di un Fondo per il pubblico impiego, con una dotazione di 1,48 miliardi di euro per il 2017 e 1,39 miliardi di euro a decorrere dal 2018”
Quindi sicuramente il combinato Bonus e ipotesi contratto possono far perdere di lucidità i docenti, da anni in regime di “vacche magre”.  E’ come dare una fiaschetta d’acqua ad una persona assetata che ha percorso un buon tratto di deserto. Quindi attenzione a non esultare!
Al momento le carte sono coperte. Quelle importanti ( = contratto ), intendo. Le scopriremo solo dopo il 4 dicembre.