Pantaloni a vita bassa, minigonne e sandali
non è il modo migliore di vestirsi per andare a scuola. Attualmente non c’è una
legge che disciplini la questione a livello nazionale, ma il tutto è lasciato
alla tolleranza dei singoli insegnanti. "Una mattina ho incontrato un
alunno con la biancheria intima in bella mostra, altri con le infradito e i
pinocchietti, e anche un'insegnante parecchio scollacciata. A quel punto ho
soltanto voluto ricordare con una circolare che ci sono dei limiti che non
vanno oltrepassati. Ne va del decoro del nostro istituto”, con questo commento
qualche anno fa un preside di un Liceo di Napoli diramò una circolare interna per vietare
scollature e abiti succinti. A questa se ne accodarono altre in tutta Italia. È
una questione di educazione e buongusto quella di saper scegliere l’abito
adatto ad ogni occasione, ed andare a scuola è, che piaccia o no, una occasione
formale. Altrettanto chiara fu la reazione
degli studenti che affidarono al social network Facebook le loro
reazioni.«Scioperiamo», propone A. Z., aggiungendo una serie di «o» finali,
forse per rafforzare il concetto. G.D.E. è più drastico: «Facciamo una
rivoluzione», e fa seguire la frase da una «faccetta» sorridente.«È un buon
motivo per occupare?», chiede V.S., «Questa scuola non è un carcere», scrive un
ragazzo. M. della terza liceo.
Aldo Domenico Ficara