Un virus chiamato Renzi


Per capire meglio cosa è successo il 4 dicembre al referendum costituzionale si riporta il seguente articolo di Raffaele Pengue dal titolo “ Un virus chiamato Renzi “, che secondo noi è molto indicativo. L’articolo così recita: “ Renzi non è più un uomo, è un’epidemia, un’alluvione, un meteorite. Qualcosa che si sta dimostrando eccessivo. Anche persone meno insofferenti di me si sono stancate di questo continuo bombardamento. Perchè come diceva un noto medico, alchimista e astrologo svizzero del ‘600 (di cui mi sfugge il nome), non è la sostanza che avvelena, è la dose con cui la si assume. E invece lui ha pensato che (evidentemente, consigliato dal guru americano) l’indigestione sia la migliore forma di sazietà. In America, forse, non certo in Italia dove anche le placide persone comuni, che pensano soltanto agli affari loro, possono essere stufe di questa invadenza, di questa insistenza, di questa incontinenza. Se perdesse il referendum (che perderà), e se ne andasse, non potremmo che ringraziarlo. I nostri timpani, quanto meno, avrebbero refrigerio. Fra l’altro, avendo coinvolto in questa impresa tutti quelli che ha potuto (ovvero chi dall’esser cortigiano può trarre un utile), potrebbe aver dato l’impressione che al “Sì” sono interessati tutti quelli che hanno qualcosa da perdere. E il cittadino disamorato, sfiduciato, scoraggiato, potrebbe votargli contro anche per questo. Dirà qualcuno, questa è una riforma che consente all’Italia di cambiare, di  diventare più efficiente… Sicuri? E poi, cambiare cosa? Il Presidente-Boy Scout (senza nulla togliere ai boy scout e poi, si sa, i bambini nei raduni scout giocano, non si può pretendere da loro la serietà) ha bloccato il Parlamento per mesi al fine di spaccare in due l’Italia proprio su un tema che dovrebbe essere l’unico a riunire tutti i cittadini sui valori e sulle regole che danno ragion d’essere al vivere assieme. E con quali scopi? Renzi vuole pieni poteri: ha solo disgregato il tessuto civile per fare qualche ulteriore passettino sul suo sentiero autoritario. Non ho mai avuto simpatia per Matteo Renzi, quest’uomo è caratterizzato da un delirio di autoaffermazione, quasi di onnipotenza. Come si possono chiudere gli occhi sugli enormi errori che ha commesso in questi anni? Come dimenticare la sua promessa di riforme epocali, addirittura una al mese? Come dimenticare la sua promessa di saldare tutti i debiti dello Stato verso gli imprenditori, entro non so più che data precisa dell’estate? Come dimenticare le infinite e sfrontate vanterie? Il servilismo di parte della politica, gli aerei di stato, le banche …i bambini di Taranto. Quel che è certo è che nel mucchio delle menzogne ci sono soltanto due riforme vere, che ha fortemente voluto ed ha realizzato anche perché non costavano denaro. Una è stata la legge elettorale, l’altra è questa pseudo-riforma costituzionale. Realizzate entrambe con un Parlamento che s’è inchinato ogni volta perché, come sempre, gli è stato detto: “O votate come dico io o andiamo tutti a casa”. E come dimenticare i voti di fiducia? Oggi Renzi, rendendosi conto di avere sbagliato i calcoli, non soltanto non ha intenzione di abbandonare il campo, ma ha obbligato tutti i suoi ad attivarsi, ha moltiplicato gli sforzi, gli interventi, i discorsi, fino ad un’attività frenetica, addirittura parossistica. È divenuto un incubo costante, sui teleschermi, lungo le strade, sulla Rete, e ce lo siamo ritrovato in tutte le salse. A questo punto, al di là del merito della riforma da bocciare senza appello, temendo di ritrovarselo anche sotto le lenzuola, sono certo che molti cittadini decideranno per il “No”.