Una ragazzina di quinta elementare del 1944 scrive meglio di un ragazzo di seconda superiore di oggi ?
Dalla Pagina Facebook dell’Ispettore Max
Bruschi riportiamo il seguente post: “ Il professor Enrico Galiano sul sito
Scuolazoo.com ha pubblicato un’interessante analisi su un tema di una bambina
di Clusone che frequentava la quinta elementare nel 1944. Il testo è stato
inserito in una pagina internet dal titolo Quaderniaperti.it che raccoglie i
quaderni scolastici di bambini italiani dal 1900 a oggi. Lo scopo del sito è
tutt'altro, e la raccolta non prevede una analisi comparativa degli
apprendimenti (e indirettamente delle didattiche). Ma il prof. Galiano è andato
oltre. Mi sembra una riflessione davvero interessante, la sua. “Sono lì che faccio una ricerca su internet
(ok, lo ammetto, stavo cazzeggiando) e mi imbatto su una pagina meravigliosa:
una raccolta di temi e quaderni di bambini e ragazzi, dall’inizio del ‘900 agli
anni novanta. Ora, a parte i lucciconi agli occhi che mi son venuti, a un certo
punto inizio a leggermi per bene i temi di questi bambini, per capire se col
tempo siamo migliorati, o peggiorati. Ecco: era meglio se non l’avessi fatto. Una
proprietà lessicale, una capacità di analisi, una coerenza testuale che oggi i
nostri si sognano: ho letto temi di bambini di terza elementare che
gareggerebbero con quelli di ragazzi che oggi fanno le superiori. Volete un
esempio? Ecco un tema di una bambina di Clusone (BG), una quinta elementare del
1944 (ho lasciato gli errori):
Titolo: rovistando in solaio
Giorni or sono non sapendo cosa fare
salii in solaio e mi posi a guardare tutte le antichità tra cui molti abiti. Vi
erano anche dei vecchi mutandoni della nonna! Svelta me li provai. Mi
arrivavano sino ai piedi. Scoppiai in una risata continuando a vestirmi. Sopra
ad ogni cosa misi un grande abito da sera, certo della nonna. Mi guardai allo specchio e esclamai con
gioia: “Sembro proprio una piccola dama dell’800!”. Presi una borsa e
infilatami un paio di guanti corsi giù. Per la scala però constatai con rabbia
di non essermi messa le scarpe. Risalii. Per fortuna c’era un paio di scarpe
lunghe quanto me e me le misi: “Ora si che sono antica” esclamai. Di sotto la
gonna mi si vedevano oltre ai mutandoni due scarpe lunghe che facevano veramente
ridere. Scesi in cucina e mi presentai come una dama inglese. Tutti mi riconobbero
e risero della mia burla. Quando mi smascherai affermarono che ero veramente
irriconoscibile e che quell’acconciatura mi si addiceva a meraviglia. Salii di
nuovo e mi divertii più di prima. Aprii una cassa e che meraviglia: una divisa
da garibaldino con la sciabola mi incantò. Toltami i panni da dama dell’800,
indossai la divisa garibaldina stringendo nel pugno la lunga spada con la quale
scansai un quadro. Non l’avessi mai fatto! Uscì fuori una frotta di sorci, ed
io che fino al momento mi ero immaginata di essere in un campo di battaglia, al
solo veder quel brulicar di topi, fuggii e inciampando da tutte le parti
ruzzolai fino in fondo alle scale. Mi vergognai di aver dimostrato una viltà
del genere, pur indossando una divisa garibaldina.
E questo è solo uno dei tanti! Gli altri
temi, dagli anni dieci fino ai settanta, sono tutti più o meno così.
Reazione numero uno: mi è salita la
depressione.
Reazione numero due: ancora depressione.
Solo dopo un po’ ho cominciato a
riflettere per bene sulla faccenda, e dopo lunga, lunga, lunga riflessione,
credo di aver capito di chi sia la colpa, se i nostri studenti delle superiori
oggi non sarebbero in grado di scrivere come una bambina di quinta elementare
del 1944: è nostra. È solo colpa nostra. Abbiamo cominciato in buona fede, eh?
A un certo punto ci siamo detti: dai, proviamo a semplificare un po’ questi
concetti. Rendiamoli più agevoli! E da lì è iniziata una deriva inarrestabile:
confrontate un sussidiario delle elementari degli anni 80 e un libro di testo
delle medie di oggi. Fatelo, se avete coraggio! Vi renderete conto che il
sussidiario è scritto in modo più approfondito, accurato, complesso. E che il
testo delle medie è pieno di immagini, schemini, mappe: certo un aiuto, ma è
quello il problema, perché a forza di aiutarli hanno smesso di aiutarsi da
soli. Stiamo facendo di tutto per rendere la scuola più semplice ed è lì
l’errore: la scuola deve essere difficile! Dobbiamo ricominciare a sfidare
queste piccole intelligenze, a smetterla di dare loro cibi preconfezionati e
supergustosi e ricominciare a insegnare loro a cucinare. Anzi, a coltivare da
sé stessi il grano, a macinare la farina, ad andare a raccogliersi l’acqua. È
colpa nostra se mediamente uno studente delle medie di oggi è meno preparato di
uno delle elementari del 1944: colpa di noi insegnanti. Convinti di fare il
loro bene, abbiamo pensato che semplificare le cose fosse una buona idea. E, se
una ragazzina di quinta elementare del 1944 scrive molto meglio di un ragazzo
di seconda superiore di oggi, direi che non ci sono dubbi: no, non è stata una
buona idea”.
Aggiungo di mio una riflessione, breve.
A colpire non è solo la ricchezza del lessico. Ma l'organizzazione del
discorso, la "dispositio". Questa bambina di Clusone era...
competente... Ma per davvero “.