In un articolo pubblicato su
Blastingnews si analizzano le opzioni pensionistiche che può sfruttare un
insegnante nato nel 1960. Nell’articolo si scrive: “ I lavoratori nati nel
1960, in alternativa alla quota 41, potranno uscire tra il 2016 e il 2028 con
la pensione anticipata se hanno cominciato a versare contributi in una data
ricadente tra i 14 e i 23 anni. Per le donne del 1960, invece, la pensione
anticipata potrà decorrere tra il 2015 ed il 2026 a seconda dell'età, fra i 14
e i 24 anni, di inizio lavoro. Per gli uomini che abbiano iniziato a lavorare
dopo i 24 (o le donne oltre i 25), la prima uscita utile è la pensione di
vecchiaia a partire dai sessantotto anni e dal 2028. Per chi ricadesse nel
sistema contributivo (versamenti dal 1° gennaio 1996), si può ricorrere alla
pensione di vecchiaia sprint, ovvero all'uscita a 64 anni e cinque mesi (o
64,9) nel biennio 2024/25, a seconda che la data di nascita sia prima o
successiva al 31 luglio '60. Infine, i nati anni Sessanta possono accedere
anche alla pensione ritardata (per stakanovisti) fino oltre i 70 anni, per un
assegno di pensione più corposo: a 72,5 o a 72,8, ovvero dal biennio 2032 e
2033, a seconda del proprio mese di nascita “. Prospettive al limite del paradosso,
visto che sono ipotizzati per gli
insegnanti nati nel 1960 lavori didattici all’interno delle classi ad età che
possono superare i 68 anni.
Aldo Domenico Ficara