Se un insegnante a lezione invia a fini personali messaggi WhatsApp può essere licenziato



Con sentenza n. 10955 del 27 maggio 2015, la Corte di Cassazione ha affermato la legittimità del licenziamento effettuato dal datore di lavoro nei confronti di un proprio dipendente che utilizzava, a fini personali, Facebook, telefono cellulare e tablet, durante l’orario di lavoro. I giudici della Suprema Corte hanno evidenziato come tali attività possano interrompere la prestazione lavorativa e creare un danno all’azienda in termini di produttività e di sicurezza sul lavoro. Inoltre, hanno statuito come l’eventuale intervento dell’azienda per scoprire questa attività del dipendente, attraverso la creazione di un falso profilo Facebook, non vìola la privacy del lavoratore.
Ora, alla luce di questa sentenza, nel caso in cui un insegnante durante la propria lezione usa il telefonino o manda a fini personali messaggi Facebook o WhatsApp, se scoperto dell’amministrazione, può essere licenziato. In classe il telefono cellulare deve rimanere chiuso per tutti ( studenti e insegnanti ).  A tal riguardo si ricorda che la circolare Fioroni dice: "Ë del tutto evidente che il divieto di utilizzo del cellulare durante le ore di lezione risponda a una generale norma di correttezza che, peraltro, trova una sua codificazione formale nei doveri indicati nello Statuto delle studentesse e degli studenti, di cui al dpr 24 giugno 1998, n. 249. In tali circostanze, l'uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente". Si ricorda inoltre che in classe è possibile utilizzare dispositivi elettronici, come tablet e smartphone, ma solo per fini didattici.