Da un’indagine svolta alcuni anni fa
dall’Ocse su insegnanti di 23 Paesi (Rapporto Talis) emerse che i docenti
italiani erano in testa alla graduatoria dei meno valutati del mondo: la
stragrande maggioranza di essi non aveva mai ricevuto una valutazione formale
od un qualsivoglia feedback né da organismi o soggetti esterni, come gli
ispettori scolastici, né da presidi od altri colleghi. Oggi invece in molte
scuole italiane vanno di moda le pagelle ai professori, ovvero proposte
valutative anonime fatte dagli studenti. Queste pagelle sono da considerare preziosi strumenti per cercare di migliorare l’operato
degli insegnanti o oltraggi di una generazione arrogante che cerca vendette valutative?
A tal riguardo così scrive Alessandro D’Avenia: “ Dare la pagella ad un
insegnante è quello che - da studenti - abbiamo sognato tutti, solleticati
dalla cattiveria di far sperimentare agli altri le pene che hanno inflitto a
noi. Credo che ciò che è accaduto in alcuni istituti di New York non sia una
grande novità per il nostro Paese. Non solo perché in alcune scuole gli
studenti danno pubblicamente i voti agli insegnanti, ma soprattutto perché i
voti li danno le infallibili mamme italiane.
Il loro passaparola sull’effettiva
validità di un docente di rado non va a segno, anche se un sistema siffatto è
un correttivo inadeguato e si presta a comprensibili improvvisazioni. Non è un
caso che mi capiti spesso di ricevere richieste da parte di genitori sulla
scelta di un istituto e spesso mi trovo in imbarazzo. Non si può più
consigliare «una scuola» tout court, per semplice nomea e tradizione, ma
bisogna andare a caccia della sezione o addirittura del singolo insegnante “.
Aldo Domenico Ficara