La scrittura con l’inchiostro nelle
scuole elementari rimase per tutti gli anni ’60, per lasciare solo più tardi il
posto alla stilografica e alla “biro”. I primi strumenti per la scrittura erano
le cannucce e i pennini. Il termine cannuccia o “canotto” indicava una piccola
asta, generalmente di legno, con una estremità nella quale veniva infilato il
pennino. Ci voleva una certa abilità a scrivere con la cannuccia e
l’inchiostro, perché era molto importante saper dosare la pressione sul foglio
di carta per non rimanere “piantati” sulla medesima. Chi oggi è alle porte
della pensione si ricorderà ancora del banco di scuola a due posti dove, sul
lato destro di ogni scolaro o in mezzo, vi era un buco per far entrare il
calamaio, ovvero una boccetta di vetro che si riempiva di inchiostro.
Riprendiamo da un blog la descrizione di quello che dovevano fare gli studenti
negli anni sessanta con pennini, inchiostro e calamaio: “ Una tortura
utilizzare la penna e il pennino che si spuntava quasi sempre, macchiando e
bucando il foglio appena scritto. Il gesto per scrivere era quello di intingere
la penna col pennino nel calamaio, poi si davano due colpetti per togliere
l’inchiostro in eccesso (che spesso andava a finire sulla schiena dello scolaro
davanti) e, via sul foglio a scrivere quello che dettava la maestra ( o il
maestro ). L’altro strumento importante da utilizzare con la penna e
l’inchiostro era la carta assorbente: senza quella la macchia si allargava e
invadeva metà foglio “.
Aldo Domenico Ficara