Così scrive Massimo Recalcati sulle
pagine de La Repubblica: “ Quale è il peccato commesso da Matteo Renzi per aver
attirato su di sé un odio così intenso? È un odio pre-politico o politico
quello che lo ha così duramente investito? È l'indice di un tramonto
irreversibile della sua leadership? È fondato sulla valutazione obbiettiva dei
contenuti della sua azione di governo e di segretario del Pd oppure risponde a
logiche più arcaiche, più viscerali, più pulsionali? Prendiamo in
considerazione in particolare l'odio della sinistra che è il vero nodo della
questione. Una prima considerazione generale: fa parte del suo Dna e della sua
storia, anche di quella più recente, scatenare l'odio nei confronti di coloro
che, dichiarandosi militanti di sinistra, osano introdurre dei cambiamenti che
rischiano di minare alla base la sua identità ideologica “. Le risposte non si
fanno attendere, come quella che arriva dalla rivista Alfabeta2 dove si scrive:
“ Provate a immaginare che qualcuno vi dia un pugno in un occhio e come se non
bastasse vi rubi il portafoglio. Provate a immaginare che alle vostre
rimostranze costui vi rida in faccia e vi dica che siete dei vecchi scemi, così
scemi e così vecchi da credere che ci vuole il gettone per telefonare. Perché
odiarmi? dice il rapinatore. Sulla prima pagina di Repubblica (dove se no?)
Massimo Recalcati cerca oggi (17 luglio) di spiegarci perché quelli della
sinistra non sanno far altro che odiare il bravo Matteo Renzi. La ragione per
cui quelli della sinistra lo odiano è che lui ha mostrato che la sinistra è un
cadavere. Ecco allora che quelli della sinistra (chi saranno poi questi della
sinistra non s’è capito) si imbufaliscono come certe tribù dell’Africa nera (il
paragone è di Recalcati) ". Il resto lo lasciamo ai commenti dei lettori.
Aldo Domenico Ficara