Dopo aver pubblicato l’articolo dal
titolo “Educatrice contro la categoria degli insegnanti: spero che il ministropossa dare senso agli stipendi di luglioe agosto che i docenti continuano a percepire “ sono stati tantissimi i
commenti su Facebook. Tra tutti i
commenti ne scegliamo uno, pubblicato dall’insegnante Anna Salvietti sul gruppo
tematico Professione Insegnante. Il commento dice: “ Carissima educatrice,
vorrei risponderle dicendole che è molto poco professionale lavorare nelle
scuole e parlare di colleghe con tanto disprezzo. Fino a quando non
considereremo la scuola un sistema integrato e complesso dove ogni elemento non
solo è indispensabile, ma interconnesso ad altri, migliorabile e migliorante,
si farà solo discorsi a vanvera sulla scuola. Da insegnante di vari ordini di
scuole di cose negative ne ho viste, ma ad oggi ,malgrado una legge che mi
ripugna, malgrado non creda in alcune direttive date dall'alto, continuo a
lottare per migliorarmi e cercare di rendere più efficiente l'offerta formativa
della mia scuola. La prima cosa che non va è proprio l'ingresso in queste di
persone come lei, ovvero di elementi che si percepiscono come estranei nel
sistema . Chi le parla è una persona che da laureata ha iniziato a lavorare
proprio come educatrice, per pochi soldi nella scuola, ma con il desiderio di
entrare dentro per migliorare quello che gli alunni potevano avere. Così mi
sono trasferita e ho iniziato a fare supplenze per quasi 16 anni e ti assicuro
che l'estate a casa, da precaria, la passavo cercando lavori per riuscirmi a
pagare l'affitto e arrotondare il sussidio di disoccupazione. Delle estati
passate da disoccupata alcune le ho passate alla scrivania a studiare per
conseguire una seconda laurea o dei master. Lei poi non è l'unica ad aver
l'appannaggio esclusivo della maternità, in aggiunta c'è pure chi ha la
sfortuna di avere un genitore invalido e non sfrutta la 104 in continuo, ma
solo per emergenze (2 o tre giorni l'anno) non perché si aspetta la medaglia
dallo stato ma per eccessiva responsabilità verso i propri alunni. La verità
purtroppo è che molte di noi arrivano al ruolo stremate, stremate dalla
precarietà, stremate dai lavori extra per pagarsi un affitto lontano da casa,
stremati dalla burocrazia, stremate dagli studi aggiuntivi che ci facciamo per
concorsi, master lauree aggiuntive. I più sfortunati (non incapaci purtroppo)
arrivano al ruolo dopo 20 anni di stress continuo per una vita indecorosa per
menti eccellenti; io sono arrivata al ruolo stremata non tanto dalle ore di
insegnamento fatte, ma dalla vita passata a cercare di insegnare, ho quasi 50
anni e solo da 3 sono in ruolo tuttavia è da quando avevo 20 anni che lotto per
diventare un'insegnante e per mantenermi. Dall'altro si proclama che per
insegnare la laurea e il concorso non basteranno più, perché quando mai sono
bastati? Vero, c'è chi è arrivato al ruolo facilmente per aver vinto il primo
concorso (quelli antecedenti al 2000) soprattutto per pura fortuna o per aver
potuto sfruttare i corsi abilitanti o le ssis, ma c'è anche chi tra noi per 20
anni ha fatto sacrifici girando le scuole, studiando e rincorrendo i
cambiamenti di rotta del Miur , senza aver l'estate pagata e che alla fine,
oggi ha proprio bisogno di 2 mesi di vacanza per non “ sbroccare “ di testa e
trattare male educatrici saccentone e genitori impertinenti!”
Aldo Domenico Ficara