di Gianfranco Scialpi
Ho spesso trattato della “Buona Scuola”.
Prima di esprimere un giudizio, Sono abituato a leggere i documenti, a reperire
le fonti. Non amo le intermediazioni, che si declinano nei pensieri di
terzi. Questo approccio l'ho attuato
anche con Renzi. In particolare con il suo libro "Avanti" (versione
digitale). Dopo averlo letto sono stati preso da due sentimenti contrastanti:
delusione per aver speso quasi dieci €, in parte stemperata dalla soddisfazione
di aver capito il personaggio pubblico.
Detto questo il libro veicola decisamente lo storytelling renziano. Lui
e il suo gruppo sono dalla parte del giusto, gli altri da quella sbagliata.
Renzi e company sono stati chiamati a salvare il Paese dalla lentezza, dalla
burocrazia...Le riforme sono tutte giuste. Non c'è mai un'autocritica sui
contenuti, bensì sul metodo. Di un certo interesse il capitolo " I mille
giorni". All'interno è presentato un sottocapitolo dal titolo "
Quarto punto, negativo: la scuola". La sottolineatura critica è
fuorviante, perché Renzi si astiene dallo scrivere che la "Buona
Scuola" è una pessima legge. Se la cava scrivendo " Che cosa abbiamo
sbagliato? E' ancora presto per una verifica puntuale"... "Sui temi
oggetto della riforma della Buona Scuola si è combattuta una battaglia talvolta
ideologica"[= da parte degli insegnanti. L'aggiunta è mia] Il tono e soprattutto la convinzione di non
aver sbagliato caratterizza tutto il sottocapitolo. Questa è resa palese quando
scrive" La mia impressione è che, al netto di tutto quello che è
discutibile nel merito della riforma, ciò che ha dato più fastidio sia stato il
metodo" Alcune considerazioni. Il titolo del libro "Avanti" è
coerente con la "Buona Scuola". Non si torna indietro! Semmai si
riparte dalla Legge 107/15 e si procede. Nessun ripensamento sullo tsunami berlusconiano,
caratterizzato da un prelievo forzoso di 24 miliardi di €, e neanche degli otto
promessi in restituzione (2009). Nessun ripristino del tempo pieno secondo la
820/71 con la reintroduzione delle compresenze, così utili per favorire
l'inclusione. Nel libro si parla genericamente di potenziamento di questo tipo
di organizzazione. Niente più! Renzi sorvola su due errori: il mantenimento delle classi
pollaio e l'istituzionalizzazione di quelle superpollaio, quest'ultime
introdotte con la legge di stabilità del 2015 che impedisce ai Dirigenti
Scolastici di nominare il supplente in caso di assenza di un giorno del
titolare. Inoltre nel libro si parla
sempre di somme, mai di quanto va in tasca al singolo docente. Penso ai
compensi irrisori dei commissari d'esame per il concorso-scuola, all'esigua
cifra netta percepita dai meritevoli e per finire ai tanti incarichi gratuiti (
Animatori Digitali, team
dell'innovazione...). Concludo. La "Buona Scuola" è interamente
inserita nella logica berlusconiana, che la sinistra ha gradualmente accolto,
grazie a D'Alema e Veltroni (1995-2000). Renzi non fa che raccogliere i frutti
di questa svolta a destra della sinistra. E il suo libro non poteva che
confermarla, anche se il lavoro contiene un capitolo dedicato al "Futuro
della sinistra", caratterizzato da tante belle parole, contraddette dai
provvedimenti e dalle conferme " a destra" del suo governo.