Umberto Galimberti: esorterei i professori a usare meno il computer



Si riporta una riflessione del sociologo Umberto Galimberti riguardante l’uso del computer ed il rischio di analfabetismo emotivo. Galimberti dice: " Esorterei i professori a usare meno il computer. A che serve? Gli studenti, nativi digitali, ne sanno più di chi dovrebbe insegnare loro l’informatica. Ai ragazzi internet fornisce, dopo anni di guerra al nozionismo, un’infinità di informazioni slegate tra loro, ma non regala senso critico, connessione dei dati e, quindi, conoscenza. I maestri hanno il compito di sviluppare il senso critico e mettere in connessione i dati. Questi ragazzi bisogna educarli al sentimento per evitare l’analfabetismo emotivo: la base emotiva è fondamentale per distinguere tra bene e male, tra cosa è grave e cosa non lo è. E bisogna farli parlare in classe. Il linguaggio si è impoverito. Si stima che un ginnasiale, nel 1976, conoscesse 1600 parole, oggi non più di 500. Numeri che si legano alla diminuzione del pensiero, perché non si può pensare al di là delle parole che conosciamo. E la scuola è il luogo dove riattivare il pensiero." (...)

Umberto Galimberti

Umberto Galimberti (Monza, 2 maggio 1942) è un filosofo, sociologo e giornalista della Repubblica e docente universitario italiano. Il pensiero di Galimberti riprende principalmente la psicoanalisi di Sigmund Freud e la sua rielaborazione ad opera di Carl Gustav Jung, fondendone le idee con le tematiche di pensatori come Friedrich Nietzsche, Emanuele Severino e Martin Heidegger, in particolare le riflessioni sul tempo, la tecnica e il nichilismo, in relazione anche alla visione del mondo della filosofia greca, in particolare quella dei presocratici.