L’Italia presenta un tasso di NEET superiore alla media europea e pensa al liceo breve

NEET è l'acronimo inglese di "not (engaged) in education, employment or training",  indica persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione. I dati relativi ai NEET sono utilizzati in economia e in sociologia del lavoro per indicare individui che non sono impegnati nel ricevere un'istruzione o una formazione, non hanno un impiego né lo cercano, e non sono impegnati in altre attività assimilabili, quali ad esempio tirocini o lavori domestici. NEET è stato usato per la prima volta nel luglio 1999 in un report della Social Exclusion Unit del governo del Regno Unito, come termine di classificazione per una particolare fascia di popolazione, di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Avere un basso livello di istruzione è il principale fattore di rischio per essere NEET: a dirlo è la Commissione Europea, che lo scorso 17 luglio ha pubblicato l'edizione 2017 dell'indagine annuale sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa (ESDE). L’Italia presenta ancora un tasso di NEET superiore alla media europea. Il rapporto pubblicato dalla Commissione Europea evidenzia come negli ultimi due decenni il mondo del lavoro stia cambiando, con importanti implicazioni sociali, economiche e demografiche. La maggior parte di questi cambiamenti, che siano strutturali o ciclici, interessa i cittadini più giovani (25-39 anni). L’Italia ha il numero più alto di NEET fra 15 e 24 anni, pari al 19,9%, mentre la media europea è 11,5%. Il tasso di occupazione giovanile in Italia è tra i più bassi d’Europa: meno del 30% per i giovani tra i 20 e i 24 anni, intorno al 54% per quelli tra i 25 e i 29 anni. Con questa pesante zavorra sociale e culturale in Italia si pensa e sperimenta il liceo breve.



Aldo Domenico Ficara