Gli smartphone. La dichiarazione del
Ministro
Valeria fedeli ha rilasciato
un'intervista al quotidiano "La Repubblica", riguardante gli
smartphone a scuola" È uno strumento che facilita l’apprendimento, una
straordinaria opportunità che deve essere governata. Se lasci un ragazzo solo con
un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news
e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da un
insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose
importanti attraverso un media che gli è familiare: internet. Quello che
autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti
loro, sarà un nuovo strumento didattico" ( ho evidenziato le parti più
significative)
La posizione del Garante
" L’utilizzo di telefoni cellulari,
di apparecchi per la registrazione di suoni e immagini è in genere consentito,
ma esclusivamente per fini personali, e sempre nel rispetto dei diritti e delle
libertà fondamentali delle persone coinvolte (siano essi studenti o professori)
in particolare della loro immagine e dignità.
Le istituzioni scolastiche hanno,
comunque, la possibilità di regolare o di inibire l’utilizzo di registratori,
smartphone, tablet e altri dispositivi elettronici all’interno delle aule o
nelle scuole stesse.
Gli studenti e gli altri membri della
comunità scolastica, in ogni caso, non possono diffondere o comunicare
sistematicamente i dati di altre persone (ad esempio pubblicandoli su Internet)
senza averle prima informate adeguatamente e averne ottenuto l’esplicito
consenso.
Si deve quindi prestare particolare
attenzione prima di caricare immagini e video su blog o social network, oppure
di diffonderle attraverso mms o sistemi di messaggistica istantanea. Succede
spesso, tra l’altro, che una fotografia inviata a un amico o a un familiare
venga poi inoltrata ad altri destinatari, generando involontariamente una
comunicazione a catena dei dati personali raccolti.
Tale pratica può dar luogo a gravi
violazioni del diritto alla riservatezza delle persone riprese, e fare
incorrere in sanzioni disciplinari, pecuniarie e in eventuali reati" (
" A scuola a prova di Privacy")
...In mezzo gli insegnanti e la
"Culpa in vigilando"
Alcune considerazioni. La suddetta
dichiarazione del Ministro "aggiorna" la circolare Fioroni ( 15 marzo
2007), superandola anche nel passaggio dove si prevedevano delle sanzioni
disciplinari.
E' un passo avanti? Indubbiamente l'Istituzione scolastica deve
fare i conti con il moltiplicarsi dei dispositivi alternativi al Pc
Desktop o al Laptop (Notebook).
I problemi sono due: l'impreparazione
tecnologica e formativa dei docenti e la "Culpa in vigilando".
Per quanto riguarda il primo aspetto
l'introduzione degli smartphone porrà dei problemi di gestione educativa del
dispositivo. Il moltiplicarsi dei dispositivi (device), infatti, non è stato
accompagnato da una formazione profonda dei docenti. In questo caso Il PNSD è
l'ultimo esempio di una fiducia miracolistica verso i dispositivi.
Occorre chiedersi: qual è la relazione
tra il loro utilizzo e i processi cognitivi? Su quali aspetti formativi occorre
puntare? Quale configurazione di persona vogliamo realizzare? A queste domande
occorre aggiungere anche il dato preoccupante che tra gli insegnanti ( e non
solo) si registra un preoccupante analfabetismo informatico (conoscenza di
procedure).
Quest'ultimo apre al secondo elemento di
discussione: la relazione il cyberbullismo e la "culpa in vigilando"
( 2048 Codice civile).
La Legge 71/17 ( 18 giugno) ha il grande
pregio di aver introdotto nel nostro ordinamento il profilo del cyberbullo, gli
impegni dei diversi soggetti coinvolti e le sanzioni.
E' una buona legge che tiene presente
l'art. 2048 e le disposizioni del
Garante. "L'armonia giuridica" verrà sicuramente alterata con il
moltiplicarsi esponenziale dei rischi, inerenti le foto o i video privati fatti
a scuola dagli studenti minorenni e inviati nel Web. Per gli insegnanti
distratti le possibilità di incorrere nella "Culpa in vigilando"
aumentano in modo significativo ( ricreazione, cambi di presenza, bagni...),
tenendo presente anche il profilo duale del nativo digitale che ritiene lecito,
normale, offendere in Rete ( Ricerca
dell'università La Sapienza-Roma) in quanto manca la fisicità, che invece
caratterizza le relazioni quotidiane.
Concludendo. Altri impegni, nuovi e vecchi
rischi caratterizzeranno l'attività del docente.
Gianfranco Scialpi