1. l’incapacità dell'Amministrazione di
riflettere su storture, ritardi, errori, ricorsi avvenuti nei precedenti
concorsi;
2. l’immutabile centralizzazione del
reclutamento che: a) impedisce di indire tempestivamente i concorsi rispetto
alle differenziate carenze di organico, generando situazioni ingestibili ( v.
gli attuali 1.189 posti vacanti e le 1.748 reggenze!); b) produce numeri
abnormi di candidati, che, tra l'altro, inducono una prova preselettiva a quiz,
anziché una fondamentale e preliminare prova attitudinale;
4.
la persistente assenza di valutatori
professionali, con la riproposizione di commissioni prive di formazione e
competenze adeguate, piene di pensionati, pagate poco e male, che operano con
la nota discrezionalità e disparità di trattamento;
5. la mancanza di una pubblicazione sintetica, diretta e insieme accurata delle caratteristiche
della professione. In Francia il potenziale candidato apprende da una guida
snella e ben scritta tutto quanto lo aspetta per decidere se partecipare o meno
al concorso. In termini tecnici si chiama “autoselezione”.
Da noi si comunica
male, in pessimo italiano, e ci si limita a fare astrusi riferimenti a un
numero inverosimile di leggi.
Fonte ( Newsletter ADi 6 ottobre 2017 )
Fonte ( Newsletter ADi 6 ottobre 2017 )