Gli annunci-camomilla sono da evitare!
Pare che la vertenza contrattuale abbia ricevuto una brusca accelerata. Il
governo intende chiuderla in tempi brevissimi, il sindacato a corto di idee
balbetta. Registro purtroppo un movimento underground", quasi
impercettibile, finalizzato a farci accettare l'elemosina, la mancetta
contrattuale.
Gli
annunci-camomilla di alcuni titoli
I siti professionali assolvono ad un
compito molto importante: commentare, riflettere sulle novità. Non sempre gli
interventi sono adeguatamente ponderati. Qualche volta si fanno
"abbagliare" da particolari che possono rappresentare dei
"cavalli di Troia", finalizzati a fiaccare le resistenza. In altri
termini, rischiano di abbassare la tensione, la resistenza dall'interno.
E' il caso di interventi apparsi su alcune testate online, riguardanti l'accelerazione
che il governo intende dare alla vertenza contrattuale.
Mi spiego. Titoli che
mettono in evidenza la somma di arretrati lordi, rischiano di sortire un
effetto-camomilla sulla categoria.
Non
giochiamo per la controparte
L'insistere o il mettere in evidenza le
cifre lorde possono abbassare la resistenza e la "rabbia democratica"
dei docenti. Situazione creata per una vacanza contrattuale durata tanto.
Troppo. Praticamente otto anni. Per due
anni e mezzo, inoltre, è stata disattesa una sentenza della Corte
Costituzionale ( 24.06.15) che ha sancito l'illegittimità del blocco, ma non
per il passato.
Gli anni di "vacche magre"
favoriscono una "struttura mentale" disposta ad accettare come
"male minore" l'elemosina dell' una-tantum (ricordo che questa
soluzione non copre economicamente il pregresso) e del "irrispettoso
aumento" lordo. Per farmi capire, un terreno arido da diversi anni,
assorbe rapidamente “la pioggerelina”, senza alcuna resistenza.
Ritengo inopportuno da parte di chi
lavora nella scuola e per la scuola, dare voce alla suddetta struttura mentale.
Questa scelta fa il gioco del governo che punta a chiudere la vertenza
contrattuale, massimizzando il risultato da esibire nella prossima campagna
elettorale. A questo aggiungo l’effetto disarticolante la categoria, allargando
la frattura tra gli operatori.
Detto in altro modo, temo che molti docenti
accetteranno “l’elemosina” degli arretrati”, spinti da un pragmatismo che
impregna la vita di ogni giorno. Dall’altra parte, pochi rifiuteranno
verbalmente questa mancetta, in nome di una idealità d’altri tempi. In sintesi
avremo una situazione dove la divisione depotenzia il potere contrattuale
collettivo degli operatori della scuola, confermando il cinismo sotteso al
detto “Divide et impera”. Conviene giocare per la controparte? La risposta è
semplice, ma la scelta operata dai siti può condurre da un'altra parte.
Gianfranco
Scialpi