Ad un manifesto FB postato da Vincenzo Pascuzzi sul
gruppo RTS, riguardante la contrapposizione tra sciopero, manifestazione, scesa
in piazza e web, blogging, petizione on line, firma digitale, nasce una
discussione. In particolare riportiamo il commento di Elena Parini: “ criticare
la petizione in quanto essa stessa nasce come forma di sostituzione totale
delle altre possibilità di lotta, incluso lo sciopero.
Se la petizione ha anche
l'intento di affossare ogni sindacato con molto probabile intento di sottrarre
loro gli spazi e dirigere in modo, appunto impositivo, lo scontento soffuso
diffuso e dilagante, e se invece non si accetta l'idea che sia l'unica forma di
lotta, si ha il diritto di esprimersi. Non è richiesto per esprimersi, affinché
conti ancora la libertà di parola e di dissenso, che si debbano aprire ancora
nuove pagine Facebook e nuovi gruppi di docenti. A mio avviso sono anche troppi
..già... mentre io sarei più favorevole ad un solo gruppo dove esista appunto
la libertà di parola ma non la libertà di sminuire gli interlocutori che
invitano semplicemente a riflettere. Per esprimere il proprio parere non è
indispensabile essere neanche blogger. Credo.
Riflettere e problematizzare e
invitare a riflettere anche al fine di evitare ulteriori manipolazioni può
anche essere un impegno o una esplicazione di facoltà. Mica saper fare quel che
si è in grado di fare significa sempre mettersi al centro con intenti di
visibilità. Può succedere ma la visibilità non è o non dovrebbe essere requisito indispensabile. Oggi mi pare che tutto proceda e venga apprezzato secondo
i crismi della visibilità “.
Aldo Domenico Ficara