“ Parla
della legge 107, che il suo predecessore Pantaleo chiamava la legge della
‘Brutta scuola’?
“Non solo. Il discorso è più ampio, e
risale quanto meno alla riforma Brunetta del pubblico impiego. Da allora è in
atto una tendenza, che si è riflessa anche nella legge 107, a privilegiare la
dimensione tecnocratica e la funzione valutativa e decisionale delle varie
dirigenze, compresa quella scolastica, in alternativa al coinvolgimento e alla
partecipazione (che significa anche responsabilizzazione) di tutti i
lavoratori.
Si
riferisce alla questione della ‘chiamata’ degli insegnanti da parte dei
dirigenti scolastici?
“Sì, anche a quella, ma più in generale
a una legge che è piovuta sulla scuola e sui suoi lavoratori, a partire dagli
insegnanti, come una gabbia, senza cercare la necessaria condivisione degli
obiettivi e degli strumenti.
Eppure i segnali per il governo non sono mancati,
dall’imponente sciopero unitario del 5 maggio 2015 alle 480.000 firme raccolte
per sottoporre a referendum i punti principali della 107. Non sono bastate per
fare il referendum, ma sono state un chiaro campanello d’allarme che il governo
non ha voluto ascoltare”. “
Un pensiero quello di Francesco Sinopoli che si
sta trasformando in questi giorni in una solida azione contrattuale, nel tentativo di dare
al personale della scuola in generale, e in particolare alla categoria degli
insegnanti quella dignità retributiva e normativa da tempo smarrita.
Aldo Domenico Ficara