Senza certificazioni anti sismiche una scuola deve chiudere





Premesso che dalla Ricerca “Lo stato del territorio italiano, tra rischio sismico, idrogeologico, e consumo di suolo” si evince che 442 comuni italiani - per una superficie di quasi 18.000 kmq, il 5,9% della superficie nazionale - sono ad alto rischio e sono abitati da oltre 8 milioni di persone. Quelli a rischio medio-alto sono 1690, interessano quasi 77.000 kmq, il 25% del territorio nazionale, e sono abitati da 11,6 milioni di persone.  Da notare che in questi territori gli edifici scolastici evidenziano ancora oggi notevoli criticità strutturali.
La sentenza numero 190 del 2018, depositata ieri dalla Suprema Corte di Cassazione, è un fulmine a ciel sereno non solo sul Miur, ma anche sui dirigenti scolastici e sui sindaci, responsabili allo stesso modo della sicurezza di alunni, docenti e collaboratori all´interno dei plessi scolastici. A tal riguardo i sindaci al pari dei dirigenti scolastici devono sapere che anche in un territorio non classificato come zona sismica, e quindi a rischi minimali, un istituto scolastico che non sia in regola con le certificazioni anti sisma, e che quindi presenti scostamenti anche minimi rispetto alle classificazioni ufficiali, non può rimanere aperto. Deve chiudere.