Il concorso DS e il fischietto che non fischia

Articolo pubblicato su AetnaNet il 21 settembre 2011

Con questo mio breve contributo volevo rispondere alla similitudine immaginifica fatta da Stefano Stefanel, tra il concorso DS e quanto detto dall’allenatore della Sampdoria “  rigore è quando arbitro fischia”, nel suo articolo “ il dirigente superfluo “ , riportato anche sulle pagine di AetnaNet. Nella mia risposta si deve  considerare la seguente  ipotesi;  l’arbitro come il MIUR, il fischietto come la batteria dei test della prova preselettiva e i calciatori come i candidati al concorso DS. E’ evidente che i calciatori debbano seguire durante lo svolgimento della partita, secondo regolamento, le decisioni dell’arbitro, come i candidati al concorso DS debbano seguire le indicazioni del MIUR, e cimentarsi, di conseguenza,  nei quesiti a risposta multipla già  pubblicati.





Il problema, che pesa come un macigno, sono i numerosi errori nella batteria di test presentati, che rendono invalidante la stessa, come se il fischietto dell’arbitro, all’improvviso, non fischiasse più. Le conseguenze per entrambe i malfunzionamenti sono  lo sconcerto e l’avvilimento di chi è attore,  o nell’avvenimento sportivo o nell’avvenimento concorsuale. In altre parole se un arbitro ha un fischietto che non fischia,  i calciatori non riescono più a interpretare correttamente la partita, allo stesso modo se una batteria di test è docimologicamente imperfetta, i candidati al concorso non riescono più a distinguere l’esatto dall’errato, condizionando seriamente la loro preparazione ed il loro concorso.  Non voglio entrare nella questione delle fughe di notizie, che nella memoria del  mondo del calcio, prescindono dalle decisioni arbitrali,  andando direttamente nelle aule di giustizia e provocando pesanti multe, squalifiche a vita e retrocessioni. Mi astengo, per questa ultima parte,  nel fare similitudini con la prova concorsuale, chi vivrà vedrà. Nella triste situazione del concorso DS, vissuta quotidianamente, con generale demotivazione, da decine di migliaia di insegnanti, si possono fare mille paragoni, mille esempi, ma il comune denominatore di una palese erroneità è,  come diceva Gino Bartali  “ gli è tutto sbagliato,  tutto da rifare “.

Aldo Domenico Ficara
aldodomenicoficara@alice.it