IO STO CON I MAGISTRATI DI FIRENZE, DI PALERMO E DI CALTANISETTA e con IL DALAI LAMA.

VOGLIO LA VERITA’ SULLE STRAGI DI FALCONE E BORSELLINO.
VOGLIO UN TIBET LIBERO.
VOGLIO UNA SOCIETA’ CHE ABBIA UN FUTURO DEGNO DEL MEGLIO DELLA TRADIZIONE DELL’UMANITA’.

Sento il bisogno civico di  manifestare il mio pensiero, come cittadino, come insegnante che crede nel suo lavoro - che parla ai ragazzi e spesso ai colleghi di "cittadinanza sociale", di Educazione Civica e vede con favore i "progetti delle legalità" (con tanto di magistrato antimafia a conclusione del progetto/dibattito con le scuole) - come insegnante di sostegno che prova a rendere agibili i diritti di integrazione delle persone disabili, vorrei sottolineare quanto segue:


1) non mi piaceva “chi” sembrava delegittimare la magistratura, è un grave errore svuotare dolosamente le istituzioni che (nel bene e nel male) rappresentano il livello di “equilibrio” della nostra civiltà, non mi piacevano nemmeno i  tentativi di controllare la stampa e di limitare l'uso delle intercettazioni o quelle che alcuni definivano leggi “ad personam”;
2) non condivido chi ritiene oggi, che ci sia qualcuno al di sopra della Legge e non condivido le relative ulteriori richieste di leggi che limitino le intercettazioni, sono per la "verità" sulla trattativa Stato-Mafia e non riesco a capire come, chi allora   alleggerì il "carcere duro" di sua iniziativa, fece tutto ad insaputa del governo e delle forze politiche;
3) non condivido la condotta delle istituzioni regionali che fanno vacanze “costosissime” pagate…. e non condivido le "modalità" delle famose “raccolte firme” per la presentazione delle liste per le elezioni, a Roma, a Milano, a Torino e ovunque siano avvenute autenticazioni ad “insaputa” dei legittimi sottoscrittori (Radicali docet);
4) non mi piace, quando si discute di una mozione di sfiducia regionale, che il capo-gruppo dell’opposizione magari sia in vacanza, così come non mi piace che quando si discute di aliquota sullo "scudo fiscale" "nessuno informi" gli esponenti più importanti del partito di opposizione, in modo che siano presenti e possano dare il loro contributo (spero non a favore degli evasori);
5)non mi piacciono gli inceneritori, nemmeno la “tipologia” gradita alla sinistra, non mi piace il nucleare nemmeno quello “sicuro” che voleva la sinistra, non mi piace il sistema speculativo sia mobiliare che immobiliare e tutti i “conflitti di interesse” di qualunque colore, analogamente non mi piace chi non rispetta il “voto popolare” in qualunque forma sia espresso;
6) Non mi piace l'ipocrisia dell’industria del calcio, l'ipocrisia di chi accusa velatamente nazionali di calcio straniere di combine e di "biscotti" vari, quando magari noi in Italia mi pare facciamo di peggio: non è etico, non è serio ed è amorale;
7)non mi piace un Sindacato che "stenta" a proclamare uno "sciopero nazionale" nonostante l'attacco furibondo ai diritti dei lavoratori e non mi piacciono imprenditori che competono prevalentemente sui salari degli operai e che discriminano, a qualunque titolo, gli operai. Analogamente non mi piacciono le 46 forme di precariato in ingresso al mercato del lavoro, iniziate con il lavoro interinale voluto dalla sinistra e proseguito nei vari governi, fino a portarci ai giorni nostri a oltre 2.500.000 precari di cui la metà con oltre 35 anni di età anagrafica: la flessibilità lavorativa ha portato solo una competizione sui costi mentre occorreva almeno una competizione sull’innovazione che rimanda ad investimenti sull’istruzione;
8)non mi piace una magistratura "politicizzata" e una stampa "zerbino" dei potenti (“perché, altrimenti, se i giornalisti, facessero le domande “giuste” non otterrebbero mai più un'intervista da “nessuno”: fare il giornalista richiede anche coraggio!..);
9) non mi piace che il Dalai Lama sia sacrificato alle ragioni mercantiliste delle “bancarelle” del tempio-expo, soprattutto se tale scelta è fatta da chi dovrebbe rappresentare ben altri valori etici;
10) non mi piace chi offende la Religione Cattolica, il Papa e i Sacerdoti e analogamente le altre Religioni: io vado in Chiesa non perchè ho la certezza che qualche sacerdote non abbia l'amante o magari non importuni adolescenti, questo non lo so e spero/credo non sia così: io ci vado perchè credo che 2.000 anni fa un Tizio ha portato il più grande messaggio d'Amore all'Umanità e ha cambiato il corso della Storia dell’Uomo. Noi “umanità" per ricompensa l'abbiamo inchiodato su una croce, penso allora di doverGli almeno il ricordo settimanale, indipendentemente dalle politiche bancarie dello IOR che difficilmente potrei condividere e indipendentemente dal fatto che sono un peccatore.

Mi pare il “minimo” da dire per non accettare letteralmente qualunque cosa ci dicano e ci facciano.
Mi pare il “minimo” per non cadere nell’ignavia dolosa e accondiscendente, complici così del disastro morale prima che materiale.
Mi pare il “minimo” che possa pensare chi crede in una Scuola Pubblica e Laica, inclusiva e democratica, dove all’immigrato più che chiedergli “da dove vieni” gli possiamo chiedere se è disposto a fare un po’ di strada con noi, se è disposto a fare in modo che i figli suoi, i figli miei, i figli dei meridionali e dei settentrionali, siano solo i “figli di tutti” su cui costruire, attraverso la cittadinanza sociale, uno spazio inclusivo senza discriminazioni di nessun genere.
Perché diversamente, allora così come qualcuno desidera una Scuola che diventa “centro di addestramento lavorativo”, avremo anche una Scuola che riflette pedestremente le idee dei proprietari dei mass media, “falso specchio sociale” poiché Scuola priva di qualsiasi tentativo di elaborazione di pensiero critico e soprattutto incapace di intercettare un futuro sostenibile, futuro che è nell’interesse GENERALE della nostra società dove siamo tutti “ospitati”.
Per questo dobbiamo avere una “memoria storica” condivisa, basata sulla “verità” senza ipocrisie e “furbate”: solo se abbiamo una Storia che può essere raccontata possiamo guardare con fiducia al futuro, perché quando una storia può essere raccontata non può essere dimenticata, diventa qualcosa d’altro, il ricordo di chi eravamo ma soprattutto la speranza di ciò che possiamo diventare (dal film la Chiave di Sara).

Giancarlo Memmo