RISPOSTA AL PREMIER MONTI

di Aurora Ghelli


Presidente, Senatore, Prof. Monti
grazie per aver ridato alla nostra nazione la dignità che la storia, al di sopra di tutti, le ha sempre riconosciuto. Grazie per aver preso le redini del governo della nostra nazione in un momento di decadenza dei più alti valori civici  che ha indotto il Popolo Italiano a dover guadare una palude imputridita dai rifiuti che decenni di ladrocinio politico hanno prodotto.  Certamente si è preso una bella gatta da pelare! E ancora grazie per aver rinunciato al suo compenso da Presidente, che sarebbe stato più meritato di quello di tanti, come Lei, senatori o onorevoli o governatori o assessori …





Ma non posso nascondere di avere la sensazione che anche Lei cominci a dare segni di stanchezza, a cercare la strada risolutoria più semplice ai problemi della nostra Patria! Si!  perché non ci vuole mica  la laurea in economia, magari conferita dai più prestigiosi atenei, per pensare di  far quadrare i bilanci dello Stato privatizzando la sanità e la scuola! Questo è quanto oggettivamente trapelato dal suo intervento a “Che tempo che fa“! E chi Le scrive è proprio una che secondo Lei fa parte di una “corporazione”. Sono infatti un’insegnante, ma non più arrabbiata del solito! No, perché l’ira annebbia la ragione e in un momento come questo, mi sento in dovere di partecipare alla rivolta che un intero popolo di colleghi sta conducendo con lucida fermezza contro l’incauta volontà di chi legifera di rinnegare al Popolo Italiano uno dei  diritti più cari ai nostri Padri Costituenti: il DIRITTO ALLO STUDIO, che se venisse meno significherebbe condannare a morte anche il  DIRITTO AL LAVORO e il Diritto ALLA SALUTE NEL SENSO PIU’ AMPIO  DEL TERMINE!
Ma voglio pensare che questo Suo “scivolone “ sia dovuto al fatto che anche Lei è un prof! certo un Prof con la “ P “ maiuscola.  E si, perché Lei ha avuto anche l’ONEROSO compito di formare giovani animati da una gran voglia di conoscenza, da una sana ambizione, selezionati da colloqui, test d’ammissione, con ottime valutazioni nell’esame di Stato in uscita dalla scuola secondaria superiore, e magari con alle spalle famiglie che li sostengono, non solo economicamente, ma perché coscienti che la cultura è un valore (e non aggiunto!).  Io invece sono una prof con la “p” minuscola”. Come tutti quelli che:
-  hanno formato i ragazzi che sono poi diventati anche  suoi eccellenti studenti!
-  hanno il compito di educare i ragazzi alla legalità contro ogni cattivo esempio che danno spesso anche i nostri parlamentari!
-  devono aggiornare sulla  didattica a proprie spese!
-  devono formare ragazzi con disturbi di apprendimento o diversamente abili (e lo fanno malgrado i continui tagli che i vari governi hanno continuamente fatto agli investimenti per l’istruzione)!
-  non hanno lo studio personale per ricevere gli alunni o i loro genitori!
-  non hanno scrivanie!
-  non hanno a scuola bagni profumati con sapone, carta igienica e carta per asciugarsi le mani!
-  la mattina si trovano a dover motivare anche i ragazzi che ancora non hanno smaltito sbornie o canne o sniffate!
-  devono affrontare anche orde di  ragazzi svogliati, demotivati e assecondati dalla triste realtà  quando dicono “prof che studiamo a fa’ ? per diventà disoccupati?!”
-  devono compilare il registro on-line senza poter collegarsi alla rete, magari usando notebook comprati a proprie spese perché i miseri fondi delle scuole possono permettersi, al più, dei tablet “taroccati cinesi”!
-  devono improvvisarsi mediatori culturali per accogliere giovani, extracomunitari o no, che non parlano italiano!
-  devono rapportarsi anche con genitori sempre pronti a criticarli – nel migliore dei casi – o a far loro ricorsi  perché i propri rampolli non avendo voglia di studiare, prendono meritati brutti voti!
-  devono insegnare, se sono fortunati di riavere l’incarico, ogni anno in scuole diverse!
  devono sopportare anche a 54 anni, con figli a carico, e con anni di esperienza nella scuola, il precariato!
Caro prof con la “P” maiuscola, venga una mattina  a far visita a questa corporazione mentre lavora in ambienti insalubri, pericolanti, che contravvengono, ad una ad una, ogni disposizione dettata dalla legge 626! Cammini per le aule anguste, ma stipate di banchi, rischiando continuamente  di inciampare sugli zaini che gli alunni sono costretti a tenere sul pavimento perché nello schienale della propria sedia devono tenere il giacchetto non essendoci gli attaccapanni!
Venga a trovarci! Magari a fine mattinata la  invito a pranzo a casa mia. Certo, Presidente,  si dovrà accontentare di un precotto! Sì, perché la sera, dopo una mattinata passata a scuola, un pomeriggio impegnata in consigli di classe o nei colloqui con i genitori o a preparar verifiche per nove classi con una media di 24 alunni o  a correggere verifiche scritte o a preparar lezioni – che magari richiedono l’uso della LIM che forse non potrò usare perché nella corsa di spostarmi da una scuola ad un’altra ( lavoro in tre sedi ) mi sono scordata di verificare che l’aula di informatica sia libera (una sola LIM per venti classi ), non ho proprio le energie di cucinare per il pranzo del giorno dopo, anche perché ho da fare lavatrici, stirare e far le pulizie almeno per mantenere l’igiene indispensabile. E sì, caro Presidente! Perché con il mio salario una colf, io prof con la “p”minuscola, non me la posso permettere!
Già! Quelle due ore in più! Io e tanti altri miei colleghi, le stiamo già facendo senza ricevere in cambio nessun riconoscimento economico,  da ben tre anni! Già! Venti ore di lezione frontale della durata di 54 minuti con l’aggravio di una classe in più! Non so se è a conoscenza della triste riforma Gelmini (Tremonti) che si vanta di aver revisionato, riducendolo, il tempo scuola! Deve sapere, Presidente, che da quando tale riforma è entrata in vigore, tantissimi Collegi dei docenti, tra i quali anche quello della scuola in cui presto servizio, per garantire un’offerta formativa che fosse veramente formativa, hanno deliberato la riduzione dell’ora di lezione da 60 a 54 minuti per motivi didattici. Si! Hanno deliberato questo! accettando, per recuperare i 6 minuti, di fare due ore di insegnamento frontale in più a settimana, senza alcun costo aggiuntivo per l’erario, pur di assicurare a varie discipline un  monte orario settimanale dignitoso, indispensabile per il loro insegnamento e apprendimento,! Che sia proprio questo spirito di abnegazione innato in questa “corporazione“ di “fannulloni” che, tramontati i grandi ideali dei nostri Padri Costituenti, ha indotto i politici ad arrogarsi il diritto di calpestare la dignità professionale dei prof con la “p” minuscola”?!.


Aurora Ghelli, insegnante presso il “Liceo Città di Piero” – Sansepolcro – (AR)